"L’Istituto Superiore di Sanità ha registrato la positività per il virus dell’influenza aviaria H7N7 in una persona affetta da congiuntivite ed esposta per motivi professionali a volatili malati appartenenti agli allevamenti presenti nella Regione Emilia Romagna, nei quali era stata riscontrata la presenza di tale infezione virale".
Lo rende noto il ministero della Salute in una nota diffusa nelle ultime ore. Proseguono intanto senza sosta i controlli ministeriali e le operazioni di abbattimento dei volatili negli allevamenti colpiti dal focolaio, operazioni al momento concluse nell’allevamento di Ostellato e di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, nonché negli allevamenti autorizzati per l’abbattimento preventivo nelle aree a rischio.
Cooperazione civile-militare
Per ridurre i rischi di eventuale diffusione del virus e ottenere la riduzione delle zone di restrizione da parte della Commissione europea, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e il ministro della Difesa, Mario Mauro, hanno attuato il primo esempio in Italia di cooperazione civile-militare nel settore veterinario, concordando l’impiego di medici veterinari e di personale infermieristico appartenenti all’Esercito a supporto dei servizi veterinari locali.
Il ministro adotterà una ordinanza per un'unità di supporto alla Regione formata dagli operatori sanitari, dal personale del ministero della Salute che farà capo al Centro nazionale di lotta ed emergenza contro le malattie animali a supporto dei servizi veterinari locali e regionali e per un supporto finanziario, nel settore dello smaltimento delle carcasse dei volatili abbattuti.
Il virus
Il virus H7N7 non viene facilmente trasmesso all’uomo, che può infettarsi solo se viene a trovarsi a contatto diretto con l’animale malato o morto. A differenza di altri virus aviari (quali ad esempio H7N9 o H5N1), H7N7 tende a dare nell’uomo una patologia di lieve entità (come la congiuntivite), come già osservato in un focolaio umano verificatosi anni fa in Olanda.
Essendo rara la trasmissione da persona a persona, i focolai umani tendono ad autolimitarsi, per cui il rischio di comunità è estremamente basso o addirittura irrilevante.
La Regione Emilia Romagna, di concerto col ministero della Salute, avendo prontamente identificato i focolai animali, ha adottato tutte le procedure necessarie a porre sotto controllo l’infezione.
Le organizzazioni agricole: niente allarmismi
"A preoccupare gli allevatori sono i danni economici che rischiano di far chiudere le aziende: bisogna intervenire urgentemente con misure eccezionali di sostegno al settore, che ha già subito perdite per decine di milioni per i vincoli alla movimentazione dei prodotti che hanno bloccato la produzione e il mercato. No alla psicosi". Lo chiede Coldiretti nel commentare la nota del ministero della Salute.
Il settore, solo in Emilia Romagna, accentra il 15 per centro dei volumi di produzione nazionale, pari a oltre 12 miliardi di uova l’anno, e dà lavoro a circa 6 mila persone nel distretto romagnolo. Lo fa sapere la Cia - Confederazione italiana agricoltori. Che aggiunge: "Non c’è nessun rischio per la salute umana che possa derivare dal consumo di uova e carni avicole. Bisogna evitare allarmismi infondati che possono avere effetti economici e occupazionali molto gravi per gli allevatori".