A seguito dell’approvazione da parte del Consiglio Ue, nella seduta plenaria del 6 luglio scorso, della etichettatura obbligatoria di origine nel Regolamento riguardante l’informazione ai consumatori, questi saranno meglio informati e potranno compiere scelte più consapevoli nell’acquistare vari prodotti tra cui le  carni fresche, ma continueranno ad ignorare da dove provengono le carni di coniglio. Una esclusione incomprensibile, come rilevato anche dal presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro nel suo intervento in Aula.

Il mancato recepimento a livello comunitario di quanto pure già approvato dal Pe in prima lettura costituisce un ulteriore elemento di penalizzazione per un comparto già in forte crisi che in Italia sconta una situazione particolarmente difficile, a causa di un sistema in cui spicca la mancanza di trasparenza nel processo di formazione dei prezzi nelle borse merci, la mancata attuazione del Piano cunicolo nazionale e quindi la mancata istituzione della Commissione Prezzi Unica, con forti distorsioni della concorrenza ed evidente penalizzazione degli allevatori italiani. 

Nonostante varie iniziative parlamentari, tra cui una risoluzione del Senato del 2009 che impegnava il Governo ad intervenire, l’approvazione del Piano nazionale di Settore da parte della Conferenza Stato-Regioni ed il parere dell’Antitrust, il comparto cunicolo rimane così fermo al palo e le imprese affondano, con danni irreversibili per l’occupazione. 

“E’ difficile non pensare all’azione di forti lobby costituite da poche grandi aziende di importazione, macellazione e commercializzazione che hanno tutto l’interesse al mantenimento dello status quo, a danno dei consumatori e degli allevatori italiani”, ha dichiarato Saverio De Bonis, presidente dell’Anlac, Associazione nazionale liberi allevatori di conigli

"Facciamo appello a tutte le forze sane del Paese, alle Associazioni dei consumatori, al Parlamento europeo, al Governo e alla Commissione Agricoltura della Camera - dove diverse forze politiche stanno già attivandosi – per salvare il settore cunicolo italiano, adoperandosi per estendere l’obbligo di etichettatura di origine alle carni di coniglio e perché sia dato seguito a quanto contenuto nella risoluzione già approvata dal Senato".