A tirare è comunque la stima sulla crescita dei consumi nel biennio 2020-2021, con prospettive di aumento vicino al 2% annuo, sulla base 2,74 miliardi di tonnellate. Scenderanno le scorte globali di 13,6 milioni, con un livello minimo globale di 876 milioni di tonnellate complessive. Fra i dati della Fao si analizzano poi gli scambi commerciali, che secondo il massimo organismo internazionale per il settore primario, cresceranno del 3% rispetto al 2019-2020.
A seguito dell'aumento dei consumi e di un generale trend positivo per il settore, non si arresta la crescita dei prezzi delle materie prime. Secondo l'indice della Fao, il valore di settembre ha raggiunto i 97,9 punti in media, in crescita del 2,1% rispetto ad agosto e del 5% in più rispetto allo stesso periodo 2019. E' il quarto incremento consecutivo, con aumenti importanti per cereali e oli vegetali.
L'indice dei cerali è giunto a 104 punti, con un aumento del 5,1% a livello congiunturale e del 13,6% a livello tendenziale. A spingere in alto le quotazioni del frumento c'è sicuramente il forte aumento degli scambi, legati alle preoccupazioni per le previsioni della produzione nell'emisfero Sud e anche per il clima secco che potrebbe compromettere le semine in Europa. Balzo dei prezzi anche per il mais, mentre la forte richiesta cinese sta facendo elevare i prezzi del sorgo.