"Agrofarma condivide gli obiettivi generali della Strategia Farm to Fork, ma non le modalità attuative presenti nel Regolamento Uso Sostenibile degli Agrofarmaci. Lavorare per un sistema agroalimentare sostenibile significa favorire la tecnologia e l'innovazione scientifica, supportando l'adozione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione per un uso sempre più ottimizzato degli agrofarmaci, non proporne un drastico taglio senza prendere in considerazione i possibili effetti sulla sicurezza alimentare nel nostro Paese e le ricadute sulla competitività dei prodotti agroalimentari made in Italy".

 

 

Queste le parole di Riccardo Vanelli, presidente di Agrofarma-Federchimica, durante il 35esimo anniversario di Agrofarma, l'Associazione nazionale delle imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica. Per l'occasione è stato infatti organizzato a Milano lo scorso 3 novembre l'evento "Agrofarma: da 35 anni proteggiamo l'agricoltura italiana" per promuovere un dibattito aperto sul futuro del comparto agroalimentare italiano, alla luce della recente proposta di Regolamento Uso Sostenibile degli Agrofarmaci da parte della Commissione Europea.

 

"Abbiamo dimostrato in questi 35 anni che l'innovazione e la continua ricerca sono state la chiave per far fiorire l'agroalimentare italiano. Tagliare, entro il 2030, il 62% della quantità di agrofarmaci usati in Italia per difendere le piante da parassiti e insetti infestanti devastanti significa togliere in maniera indiscriminata strumenti efficaci per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari e la salubrità dei prodotti che mangiamo" ha continuato Vanelli.

 

 

Oltre al presidente, sono stati numerosi gli interventi degli esperti del settore nel corso dell'evento: da Olivier De Matos, direttore di Croplife Europe, a Veronica Barbati, delegata nazionale dei Giovani Agricoltori di Coldiretti, fino a Francesco Mastrandrea, presidente dell'Associazione Nazionale dei Giovani Imprenditori Agricoli di Confagricoltura.

 

 

"Nel sottolineare che l'agricoltura italiana è la più green dell'Unione Europea, riteniamo che l'incremento della sostenibilità ambientale nella produzione agricola sia sicuramente un obiettivo condivisibile, ma deve tradursi in uno strumento che valorizzi le imprese agricole italiane sul mercato internazionale e non consistere in drastiche limitazioni che penalizzano il settore avvantaggiando i Paesi terzi, che presentano normative decisamente meno stringenti ed espongono gli agricoltori italiani ad uno svantaggio competitivo non sostenibile" ha affermato Veronica Barbati.

 

Francesco Mastrandrea ha invece concluso: "Oggi l'agricoltura ha davanti a sé consumatori molto esigenti e legislatori sempre più rigorosi sul fronte della sostenibilità. In questo contesto sempre più complesso e che vede fattori esterni fortemente penalizzanti, quali il caro energia, i cambiamenti climatici e il conflitto russo-ucraino, l'affidamento alla scienza e alla ricerca diventa di primaria importanza. Occorre produrre di più e meglio, preservando le risorse, e in questo, scienza e ricerca giocano un ruolo fondamentale".