Solo l’1,2% dei campioni analizzati, infatti, è risultato irregolare, contro una media europea che si attesta attorno al 2,9% (rapporto Efsa 2016). Lo stesso ministero della Salute italiano, nel suo ultimo rapporto ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari (anno 2016), riporta un dato estremamente positivo, rilevando solo lo 0,3% di campioni irregolari su quasi 9000 analizzati.
Per quanto riguarda l’allarme lanciato da Legambiente in merito alla presenza di residui multipli, Agrofarma ricorda che non esiste alcuna evidenza scientifica rispetto a un effetto negativo sulla salute derivato dalla presenza, sotto la soglia di sicurezza, di residui di più sostanze negli alimenti. Tuttavia l’Associazione, consapevole della preoccupazione generata su questo tema, ricorda che la stessa Efsa sta lavorando all’implementazione di una metodologia per valutare scientificamente i possibili rischi da esposizione a più sostanze chimiche, anche attraverso l’istituzione di specifici tavoli di lavoro composti da istituzioni, enti di consulenza scientifica e cittadini (progetto MixTox).
I dati ufficiali confermano di anno in anno l’Italia come eccellenza nel settore agroalimentare non soltanto per quanto riguarda la varietà e la qualità dei suoi prodotti, ma anche per i minimi livelli di residui riscontrati. Agrofarma coglie l’occasione per ricordare l’impegno di tutto il comparto e delle autorità preposte nel garantire questi massimi standard di sicurezza, quanto per i nostri agricoltori e per chi opera nel settore, che a fronte delle molteplici difficoltà continuano a lavorare con passione e perizia per offrire prodotti di qualità impareggiabile.
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Fonte: Agrofarma - Associazione nazionale imprese agrofarmaci