Molti di loro, però, da novembre, con l'entrata in vigore del Pan, non potranno più acquistare prodotti fitosanitari dal momento che il suddetto Pan "vieta la vendita a tutti i fruitori non in possesso di regolare patentino", ricorda Compag. E prosegue: "Nulla sarebbe se detto patentino fosse ottenibile agevolmente, a fronte della frequentazione di un corso a pagamento formalmente tenuto da organi competenti. Ma l’offerta è frammentata, inadeguata, indisponibile perché demandata alla Regioni e, a cascata, alle strutture territoriali come, ad esempio, l’Ispettorato Agrario, la Forestale, la Ulss, la Vepa... Ovviamente non organizzati e sordi".
Ciò comporta il rischio di avere non solo "prati trascurati", bensì anche vigne amatoriali ammalate, oppure ulivi secolari piantati dai bisnonni che vengono aggrediti dai parassiti. Una situazione che per esempio rischia di divenire esplosiva in quelle zone olivicole come la Puglia, ove molti appezzamenti sono di fatto gestiti da agricoltori non professionali. O perché insistono su superfici molto piccole, oppure ancora perché i conduttori sono anziani e di certo non si mettono alla loro età a conseguire il patentino. Si rischia così la piaga dell'abbandono di micro appezzamenti che possono fungere da inoculo per tutti gli altri. Cosa che in epoca di Xylella non è certo da auspicarsi.
"Con un panorama italiano composto da un milione di micro imprese agricole - prosegue Compag - di cui ad oggi solo 300 mila in possesso di patentino, la paralisi è annunciata o, peggio, in corso".
L'associazione dei rivenditori di mezzi tecnici per l'agricoltura pone poi alcuni interrogativi: "Perché non ovviare alle effettive o presunte difficoltà gestionali delle Regioni nella gestione dei corsi di abilitazione di operatori grandi e piccoli attivando dei corsi di formazione on-line, più facilmente fruibili e oltretutto meno costosi degli sporadici e geograficamente poco diffusi corsi frontali? Perché non offrire a hobbisti e imprenditori l'opportunità di scegliere in che modo accedere al patentino dal momento in cui la norma, pensata per ridurre i rischi derivanti dall’utilizzo degli agrofarmaci sulla salute umana e sull’ambiente, non esclude la formazione via web?".
Domande che si spera non restino senza risposta da parte del legislatore e delle istituzioni.
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