Stiamo seguendo con attenzione l’evolversi della situazione attraverso i tecnici del Servizio fitosanitario regionale. Oltre al monitoraggio, stiamo supportando gli agricoltori nell’individuare le più efficaci misure di contrasto, mentre ho già provveduto a scrivere ai ministri delle Politiche agricole Martina e dell’Ambiente Galletti, per valutare anche azioni a livello nazionale, tra cui la possibilità di introdurre un antagonista naturale. Come Regione stiamo anche predisponendo un depliant informativo per i cittadini”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli è intervenuta ieri per fare il punto sulla presenza anche in Emilia-Romagna della “cimice asiatica”, una specie invasiva in grado di produrre danni alle produzioni agricole (alberi da frutto in particolare) e alle piante ornamentali.

Halyomorpha halys è stata segnalata per la prima volta in Emilia-Romagna nel 2012, ma solo durante l’estate 2015 è cresciuta in modo esponenziale, causando danni alla produzione agricola soprattutto nel modenese. La sua presenza è stata attestata anche in provincia di Reggio Emilia e di Bologna. Altri focolai sono stati riscontrati in Lombardia e in Piemonte.

L’insetto si presenta di colore marmorizzato grigio-marrone ed è lungo tra i 12 e i 17 millimetri.
Per fronteggiare questa nuova emergenza, il Servizio fitosanitario regionale ha già concesso alcune deroghe per poter impiegare, nel rispetto dei disciplinari di produzione integrata e dunque dell’ambiente e della salute dei consumatori, prodotti dotati di una adeguata attività nei confronti della cimice asiatica. E’ inoltre in corso uno studio dell’Università di Modena e Reggio, dei Consorzi fitosanitari regionali e del Servizio fitosanitario dell’Emilia-Romagna per individuare strategie di controllo sostenibile che vadano oltre la fase tampone iniziale.

Oltre a sostenere l’attività di ricerca, la Regione sta predisponendo un pieghevole che verrà diffuso tra la popolazione per  indicare le misure più idonee a fronteggiare la cimice asiatica anche all’interno delle abitazioni, dove può trovare rifugio durante la stagione invernale. Va precisato che l’insetto non punge, non trasmette malattie né all’uomo né agli animali e il fastidio che può provocare alla cittadinanza è rappresentato, oltre che dal caratteristico odore, dalla sua abitudine ad aggregarsi in grandi numeri all’interno delle strutture anche residenziali, limitrofe alle zone colpite.

Per informazioni e per segnalare eventuali presenze è possibile contattare il Servizio fitosanitario regionale o l’Università di Modena e Reggio: mbariselli@regione.emilia-romagna.it - lara.maistrello@unimore.it

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