Nell'ambito della presentazione da parte di Confagricoltura del progetto 'Co.Agr.Energy' a Palazzo Della Valle, sede dell’organizzazione degli imprenditori agricoli è stato anche presentato il rapporto Nomisma sull’agricoltura italiana “La sfida delle bioenergie - tendenze e scenari per le energie rinnovabili in agricoltura” e il progetto di ricerca “Analisi delle filiere bioenergetiche, individuazione dei criteri di sostenibilità ambientale e sistema di traccibuilità delle biomasse” realizzato da Agriconsulting.

Partendo dai dati sulla diffusione delle bioenergie in Italia ed in Europa e analizzando in particolare i diversi regimi di sostegno che hanno portato agli attuali risultati ed alle eccellenze di Paesi come la Germania per il biogas o come la Svezia per il biometano, il Rapporto Nomisma conduce un’analisi costi-benefici delle filiere bioenergetiche elettriche che dimostra che il livello di incentivazione attualmente offerto dalla Tariffa onnicomprensiva è congruo alla rischiosità dell’investimento

Il Rapporto evidenzia, inoltre, gli impatti macroeconomici e le potenzialità agricole nel settore delle bioenergie in Italia. In particolare, in uno scenario ottimistico di forte adesione del mondo agricolo alle bioenergie, con cui si possa riuscire a produrre almeno il 50% del potenziale, l’agricoltura potrebbe raggiungere una sorta di “autosufficienza energetica”, arrivando a produrre più di quanto consuma e contando nei consumi finali nazionali per il 3%. Tale contributo rappresenterebbe quasi il 20% (3 punti percentuali su 17) dell’obiettivo assegnatoci dall’Ue.

L’analisi effettuata da Agriconsulting è finalizzata ad analizzare le filiere del biogas e della combustione della biomassa solida, riferite ad applicazioni di microgenerazione per individuarne i criteri di sostenibilità ambientale, cercando di dare un contributo conoscitivo agli investimenti già realizzati ed alimentare il dibattito in corso sui prossimi meccanismi di incentivazione, qualora si volessero prevedere dei premi aggiuntivi legati proprio al rispetto di questi principi.

Il lavoro ha confermato che il vantaggio ambientale delle agroenergie è sensibilmente favorevole rispetto alla produzione di energia elettrica con fonti e tecnologie convenzionali. Nel caso studio riferito ad un impianto di biogas (85% colture dedicate, 15% reflui zootecnici) la percentuale di risparmio di emissioni equivalenti di anidride carbonica è stata stimata al 77,5% rispetto ad un analogo impianto a combustibili fossili. Tale percentuale supera addirittura il 90% nel caso riferito ad un impianto a biomassa solida alimentato con colture dedicate e pollina.