“Dal confronto tra il Consorzio nazionale energie rinnovabili (Cner)- ha continuato Righini - l’Associazione nazionale produttori e trasformatori di biomassa, sentite anche la Regione Lombardia, la Regione Piemonte, e la Provincia Autonoma di Bolzano sono emersi alcuni aspetti del documento piuttosto generici e altri contraddittori. In particolare:

1.    non viene considerato il ruolo che la biomassa legnosa prodotta sul territorio nazionale gioca all’interno della filiera legno-energia. La biomassa è designata prevalentemente come frazione biodegradabile dei rifiuti solidi urbani (punto 66-72).
2.    non è evidenziato il potenziale dato dalle biomasse provenienti dalle culture arboree a rapido accrescimento e taglio frequente e dalla manutenzione dei boschi.
3.    Pochi riferimenti alla produzione di biogas di origine agricola, ritenuto ormai da tempo un’opportunità interessante nella produzione di energia rinnovabile e nella corretta gestione dei residui zootecnici.
4.    le tabelle dell’allegato 1 sono sottostimate nei valori attuali e nei potenziali come evidenziato nel documento di dettaglio sia in relazione alle biomasse legnose che al biogas prodotto da materia prime agricole.
5.    il sistema attuale degli incentivi premia in maniera ingiustificata, in termini di efficienza energetica, le applicazioni per la produzione di energia elettrica. Il sistema non è invece operativo per gli usi termici, nonostante nel primo caso l’efficienza dell’utilizzo delle potenzialità di trasformazione è del 15-25%, a fronte del 70-85% degli usi termici.