Il nuovo stabilimento , costruito grazie a un investimento di 11 milioni di euro, si estende su 15600 metri quadrati, con 60 occupati attuali, impegnati nelle attività di stoccaggio, lavorazione, confenzionamento e spedizione di oltre 40mila quintali di albicocche, prodotti sui 350 ettari di proprietà del gruppo Guidi in Romagna, da commercializzare con il brand Albisole. Lo stabilimento è dotato inoltre di un impianto fotovoltaico capace di produrre 1,25 milioni di kilowatt all’anno, circa il doppio del fabbisogno dello stabilimento.
“Abbiamo inaugurato questo stabilimento nei giorni in cui inizia la campagna di raccolta delle albicocche - ha sottolineato Giancarlo Guidi, fondatore del gruppo - Siamo un’azienda a conduzione familiare, arrivata alla quarta generazione. Siamo semplici agricoltori romagnoli che vogliono rimanere tali, puntando sulla qualità del prodotto, sull’innovazione e sul rispetto dell’ambiente”.
“Abbiamo puntato sul frutto più difficile da produrre ma con le prospettive di mercato maggiori - ha poi continuato Guidi - In Italia non si era ancora riusciti a fare massa critica su questo tipo di prodotto e sulle capacità di rispondere alle richieste in aumento della Gdo. Abbiamo posto l’attenzione esclusivamente sull’albicocca grazie a una zona particolarmente vocata per questa coltura come la Romagna”.
L’idea di un nuovo stabilimento era nata nel 2008, poi è partito il progetto e verso la fine del 2014 sono iniziati lavori, durati due anni e mezzo. Con le tecnologie messe in campo, il gruppo Guidi intende accrescere la propria divisione ortofrutta. Se oggi il fatturato dell’ortofrutta si aggira intorno ai 7 milioni di euro, l’obiettivo è raggiungere i 15-20 nel giro di quattro anno, puntando come obiettivi a 100mila quintali di albicocche lavorate e 430 ettari di proprietà. Se i risultati saranno soddisfacenti, l’incremento occupazionale potrebbe essere di circa 30 unità in più rispetto all’organico attuale.
Dal punto di vista dei mercati, la quota rilevante è destinata al mercato interno. “I nostri prodotti arrivano per l’80% nei supermercati e per il restante 20% nel dettaglio tradizionale – ha poi riferito Giancarlo Guidi – la quota export è del 5%, ma l’obiettivo è crescere molto di più all’estero”.