E' boom del kiwi nei Paesi dell'emisfero nord: negli ultimi anni si sta assistendo ad una crescita dei quantitativi, in grado di sfiorare le 700 mila tonnellate di prodotto. 
 

L'Italia è il secondo produttore mondiale, dopo la Cina, ma quest'anno sembra però perdere terreno: sulla base delle previsioni effettuate nel mese di settembre dal Cso di Ferrara, per quest'anno è attesa una produzione commercializzabile di circa 575 mila tonnellate, -19% rispetto all'annata precedente.
Un dato comunque elevato, se si considera che negli ultimi anni la produzione commercializzabile italiana ha visto una media di 460 mila tonnellate, ma è stata anche in grado di superare le 510 mila tonnellate, evidenziando un grosso potenziale produttivo.

Il maggiore impulso a questa impennata produttiva è da legarsi alla progressiva messa a dimora di nuovi impianti, conseguenza del maggior successo commerciale del kiwi rispetto ad altre specie. Infatti se guardiamo all'aspetto quantitativo il kiwi rappresenta mediamente il 6% della produzione frutticola italiana, relativamente alla Plv frutticola la percentuale sale al 9% del totale.

Da sottolineare la progressione dell'offerta in Grecia, dove la produzione è arrivata a 80 mila tonnellate. Costante risulta la produzione francese con 65 mila tonnellate, mentre più contenute sono le produzioni degli Stati Uniti d'America, Corea, Portogallo e Spagna


 

La situazione produttiva nell'Emisfero Sud

In Cile la superficie a kiwi si attesta attualmente su circa 11 mila ettari, mentre in Nuova Zelanda è stimata su circa 12 mila e 500 ettari. Entrambi i Paesi giocano un ruolo fondamentale sul piano commerciale, grazie alla loro forte propensione all'export.


Il kiwi nel mondo

La superficie mondiale di kiwi è di 160 mila ettari, per una produzione complessiva di oltre 1,3 milioni di tonnellate. Dati imponenti, che fanno dell kiwi il 22% della produzione frutticola mondiale.


Da sottolineare l'andamento dell'actinidia negli ultimi vent'anni: all'inizio degli anni novanta ha subito una riduzione che ha portato nel giro di pochi anni ad una superficie totale di circa 54 mila ettari, per poi progressivamente aumentare fino ad oltrepassare gli 80 mila ettari del 2010.

I primi cinque Paesi produttori sono CinaItaliaNuova ZelandaCile e Grecia, che assieme rappresentano l'87% dell'intero valore produttivo. La Cina si colloca al primo posto con oltre 490 mila tonnellate di prodotto (27% del totale), seguita dall'Italia con 430 tonnellate (24%), Nuova Zelanda con 385 mila tonnellate (20%), Cile con 187 mila tonnellate (10%) e Grecia con 80 mila tonnellate (5%) (I dati sono la media delle annate 2008-2011). Seguono a distanza Francia, Giappone, Stati uniti, Portogallo, Spagna e Corea.

I dati del Cso dimostrano come esista una equilibrata complementarietà rispetto alla stagionalità del prodotto, portando così a pensare che ciascuno dei Paesi produttori possa giocare un ruolo importante dal punto di vista produttivo e commerciale.


L'importanza dell'export

L'Italia destina quasi il 70% della sua produzione ai mercati esteri che, nelle ultime tre campagne commerciali, hanno acquistato almeno 335 mila tonnellate di prodotto italiano. I Paesi dell’Unione europea continuano ad assorbire quasi l'80% dei kiwi made in Italy, ma sono importanti anche Russia e Nord America con circa 10 mila tonnellate di prodotto esportato. Interessanti anche i mercati statunitensi e canadesi, che hanno assorbito 8 mila tonnellate. In incremento l'export verso l'Estremo Oriente e altri paesi come il Brasile.

Altro grande esportatore europeo è la Grecia, che indirizza gran parte del proprio prodotto (33%) verso Russia e Paesi dell'Est Europa; al contrario, il mercato interno, piuttosto stabile, è di dimensioni ridotte.

La quasi totalità della produzione cilena, ad esempio, è destinata all'esportazione. Nel 2011 sono state esportate quasi 182 mila tonnellate di kiwi e per la stagione 2012 si stima che l'export totale possa raggiungere le 200 mila tonnellate. L'area di maggiore destinazione del prodotto è l'Europa, anche se in flessione nel 2012.


Per quanto riguarda la Nuova Zelanda, il Giappone rimane il più importante mercato di riferimento (18% del totale), seguito da Spagna (11%), Germania e Cina (ciascuno il 9%), Corea e Taiwan (ciascuno il 7%), Olanda (6%), Francia e Stati Uniti (ciascuno il 5%) e, infine, Italia (4%).
 


Gli acquisti al dettaglio di kiwi in Italia

Agli italiani il kiwi piace, e il mercato interno gode di buona salute. Nei primi anni del duemila la dimensione del mercato al dettaglio si aggirava sulle 77 mila tonnellate, oggi arrivate a oltre 124 mila tonnellate.

Analizzando i dati nel dettaglio emerge che dal 2007 ad oggi questo valore risulta però stabile, a conferma della forte crisi dei consumi e degli acquisti che ha colpito le famiglie italiane.  

 

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