Un'inizio di campagna commerciale del kiwi sotto tono, dalla quale si attendono migliori risultati nei prossimi mesi grazie a un'offerta concentrata in pochi Paesi.
E' quanto emerso dall'incontro Iko, International kiwifruit organization edizione 2012, che si è tenuto al Fruitlogistica di Berlino, per fare il punto sul kiwi nel mondo. L’incontro ha visto la partecipazione degli otto Paesi leader di produzione del kiwi (Italia, Francia, Nuova Zelanda, Cile, Grecia, Spagna, Portogallo e California).

"Secondo quanto emerso dall'incontro - spiega Patrizio Neri, presidente del  Consorzio Kiwigold -. I dati del destocaggio sono in linea con i budget previsti dalle aziende produttrici: il prodotto ancora da commercializzare ad oggi è pari al 45% circa del volume totale potenzialmente vendibile. Questo significa che il 55% è già stato venduto. Le previsioni per l’Emisfero Sud indicano un aumento della produzione di kiwi cileno ma si prevedono minori esportazioni verso il mercato europeo, mentre dovrebbe diminuire la quota di offerta neozelandese, soprattutto per quanto riguarda il kiwi giallo. Inoltre è previsto che l’avvio della commercializzazione di prodotto proveniente dall’Emisfero Sud avvenga con un calendario normale, senza anticipazioni, lasciando quindi spazi commerciali più ampi nel finale di campagna all’offerta italiana e dell'Emisfero Nord".

 

Per approfondire alcuni temi proposti dall'Iko e da quanto espresso dal Presidente del Consorzio Kiwigold, abbiamo intervistato Alessandro Fornari, direttore dell'azienda leader per la produzione di kiwi a polpa gialla e presente all'interno di Iko International kiwifruit organization.

 

Il mercato europeo del kiwi appare in stallo, quale scenario si prospetta?

"Stallo è la parola giusta e sembra riguardare tutta la frutta invernale. La tanto attesa inversione di tendenza sul fronte dei consumi stenta ad arrivare, e non è facile riuscire a collocare il prodotto presente nei magazzini italiani. La stagione 2011 del kiwi è iniziata all’insegna di un un’offerta straordinaria, determinata dal protrarsi della presenza di prodotto neozelandese sul mercato europeo e dalle produzioni interne elevate, in particolare quelle della Grecia. Sono segnali chiari: ogni volta che abbiamo una produzione piena entriamo in crisi. Non vogliamo dire che è necessario diminuire le produzioni ma di certo è necessario concentrarsi su come accrescere il valore del prodotto. Dobbiamo lavorare più che mai per garantire la massima qualità dei frutti, per consentire al kiwi italiano di riacquistare l’immagine di eccellenza necessaria a ritagliarsi uno spazio privilegiato in questo panorama altamente competitivo".

 

La situazione al di fuori dell'Europa appare migliore al momento. Possono esserci sbocchi diversi per le esportazioni del kiwi italiano?

"Al di fuori dell’Europa la situazione appare migliore, probabilmente grazie alla congiuntura economica più favorevole in cui vertono i mercati emergenti come quello asiatico. Anche in questa direzione il lavoro da fare è notevole, poiché l’Italia non presenta ancora l’organizzazione tipica del Paese esportatore, che consenta di raggiungere in maniera opportuna i mercati distanti. In primo luogo è fondamentale approcciare tali mercati in maniera strategica e soprattutto coordinata, ponendo sempre al primo posto la qualità costante dei frutti commercializzati. A livello istituzionale si sta operando anche per aprire nuovi mercati e noi dovremo essere bravi a sfruttare al meglio le opportunità che si presenteranno, per garantire un futuro ai produttori italiani di kiwi".

 

Nei giorni scorsi avete promosso un nuovo prodotto: la Créme di Kiwi, entrando nel mercato dei prodotti trasformati. Cambia la strategia e il target di Kiwigold?

"Con la produzione delle Crème di Kiwi Jingold le strategie del Consorzio non cambiano, anzi sono quanto mai confermate e rafforzate. Esplorando il mercato dei trasformati, infatti, intendiamo dare ulteriore impulso alla crescita e allo sviluppo del marchio Jingold quale specialista del kiwi, missione del Consorzio fin dalla sua nascita. Il target di riferimento si è ampliato, ovvero ci siamo posti l’obiettivo di offrire nuove opportunità di consumo del kiwi, assecondando le esigenze dei tanti consumatori che hanno poco tempo a disposizione e tendono a limitare il consumo di frutta. Una delle particolarità della Crème di Kiwi è che viene prodotta a partire da kiwi gialli freschi, quindi la qualità finale è garantita dal prodotto di partenza accuratamente selezionato e sottoposto ad un processo industriale ridotto ai minimi termini.
L’obiettivo nel medio periodo è pertanto di valorizzare i kiwi anche dal punto di vista economico, per far si che i produttori agricoli siano i massimi beneficiari della realizzazione e vendita della Crème di Kiwi".