Lo scopo era quello di tracciare linee comuni per la crescita della competitività in agricoltura, attraverso uno sviluppo razionale della meccanizzazione agricola.
Sono stati appuntamenti cordiali, con l’obiettivo fra l’altro di individuare convergenze e strategie per affrontare insieme le problematiche del settore primario. Solamente con una visione indirizzata alla collegialità degli interventi, secondo il Coordinamento agromeccanici italiani, sarà possibile migliorare la competitività del sistema agricolo nazionale, alla luce di un comparto sempre più chiamato a misurarsi con uno scenario mondiale; prova ne è la situazione del comparto risicolo nazionale, in seguito all’importazione di riso dalla Cambogia a dazio zero.
Ramadori e Bolis evidenziano che “è emersa netta la necessità di avere un comparto agromeccanico sempre più forte e innovativo, perché è anche grazie alle circa 10mila imprese di meccanizzazione agricola che si arricchisce il percorso di modernizzazione, professionalità, sicurezza e razionalizzazione economica, del settore primario”.
Fra gli argomenti affrontati anche quello della nuova Pac, soprattutto in considerazione delle innovazioni che potrà portare anche per al settore degli agromeccanici, figure strategicamente protagoniste nel sistema produttivo agricolo, che dovranno trovare un’adeguata attenzione nei Programmi di sviluppo rurale delle singole Regioni.
I referenti del contoterzismo italiano ribadiscono che “la posizione del Cai è ampiamente nota e si allinea con le decisioni già adottate dalla maggior parte dei Paesi europei, che ormai vedono nel contoterzismo un alleato dell’agricoltura, integralmente inserito nei processi produttivi e quindi nel servizio, controllo e garanzia delle filiere nel settore primario”.
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Fonte: Coordinamento agromeccanici italiani