La produzione di energia elettrica 'verde' potrebbe dunque invertire il trend negativo del mercato legato alla meccanizzazione che nel 2005 ha subito una flessione a livello europeo e ha confermato le difficoltà anche per l’anno successivo.
"Lo sviluppo delle agroenergie – spiega il presidente di Confai, Leonardo Bolis – potrebbe rivitalizzare ed implementare il reddito non soltanto delle aziende agricole, ma anche del comparto della meccanizzazione, a patto però che la produzione delle materie prime rimanga sul territorio italiano".
Certamente, il mondo delle agroenergie è piuttosto complesso e variegato.
"Ogni azienda agricola dovrà dunque scegliere la forma di produzione ai fini energetici che più risulta essere vantaggiosa, in termini di reddito e di risultato", raccomanda il professor Angelo Frascarelli del dipartimento di Scienze economiche ed estimative dell’Università di Perugia. E anche nel settore delle biomasse non bisognerà mai perdere di vista l’obiettivo della competitività, dell’efficienza e della produttività. "Sarà necessario però investire – prosegue Frascarelli – e puntare all’integrazione di filiera".
I risultati dello sviluppo delle agroenergie porteranno benefici anche ai contoterzisti, figure sempre più necessarie alla crescita dell’impresa agricola.
"Certamente non in tutti i segmenti assisteremo ad una crescita – spiega Frascarelli – ma crescerà la vendita di macchine per aziende di grandi dimensioni, per le imprese agromeccaniche e per l’agricoltura hobbistica».
Il ruolo sempre più centrale dei contoterzisti è stato ricordato anche dal presidente di Confagricoltura (alla quale Confai aderisce), Federico Vecchioni. "Lo sviluppo delle bioenergie potrà dare nuovo impulso anche al settore agromeccanico alle prese con un’evoluzione decisamente complessa, condizionata dalle difficoltà di alcune produzioni tradizionali: dalle bietole, al tabacco, al grano duro, in seguito alle modifiche delle rispettive organizzazioni comuni di mercato".
Confagricoltura prevede una ripresa nella vendita delle macchine agricole attraverso le bioenergie, già per i piccoli impianti aziendali di produzione dell’energia (fotovoltaico, caldaie a cippato e pellet), ma anche per le macchine operatrici semoventi.
"Pur dovendo analizzare caso per caso – spiega il professor Navarotto dell’Università di Milano – possiamo già ritrovare sul territorio esperienze positive e redditizie con le bioenergie. A Cremona, ad esempio, l’azienda agricola 'Pellegra Grande' di Gaspare Lameri, 250 ettari e 700 capi bovini, entro la fine dell’anno dovrebbe registrare ricavi per circa 260mila euro, ai quali andranno sottratti circa 85mila euro per l’ammortamento".
Anche i costruttori di macchine agricole credono nel boom delle agroenergie. Aldo Spapperi, costruttore di Città di Castello, punta a nuove tecnologie per il settore dell’energia verde. "Il futuro – conclude – è qui".
Fonte: Confai
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