La buona agricoltura difende il clima e l'ambiente, ma resta anche il comparto che più di tutti subisce le conseguenze dirette dei cambiamenti climatici con un incremento del 60% degli eventi estremi solo nel 2021, tra alluvioni e siccità, che hanno tagliato il 10% del cibo sulle tavole e procurato danni milionari alle aziende.
Questa la fotografia scatta dalla Cia-Agricoltori Italiani in occasione dell'Assemblea annuale a Roma.
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"A quasi due anni dalla pandemia, con la sfida del Green Deal davanti e gli accordi del G20 e della Cop26 sul tavolo gli agricoltori sono pronti a guidare da protagonisti la rivoluzione verde e digitale, a lavorare da subito sull'ulteriore riduzione dell'impatto ambientale e sul miglioramento dell'efficienza energetica - osserva il presidente della Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino - sono pronti dunque a salvaguardare da un lato la competitività e la redditività del settore e delle sue imprese, e dall'altro fare in modo che gli investimenti a disposizione vadano a segno, senza troppi ostacoli burocratici, con progetti puntuali, efficienti e mirati, risultati tangibili sul campo e in grado di fare scuola".
Del resto - viene spiegato - per centrare pienamente gli obiettivi della transizione ecologica e digitale, non si può prescindere dagli agricoltori e dalle aree rurali, che costituiscono metà dell'Europa e rappresentano il 20% della popolazione. Perciò è necessario "garantire a chi fa agricoltura risorse, strumenti e incentivi adeguati alle sfide in atto". Tradotto - spiega Scanavino - "vuol dire comprendere il ruolo strategico e insostituibile del settore primario, che non è solo quello di produrre cibo sano e sicuro per tutti, ma anche di assicurare la tenuta e lo sviluppo dei territori; salvaguardare il suolo e le foreste contro il dissesto idrogeologico e i cambiamenti climatici, gestire le risorse idriche, produrre energia da fonti rinnovabili, accrescere la sostenibilità dei processi produttivi con la ricerca e le nuove tecnologie, difendere il paesaggio e la biodiversità".
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Il quadro dipinto racconta dell'impegno degli agricoltori, portato avanti già da anni. Ma il gasolio non va disincentivato per Scanavino: "Il carburante agricolo è uno degli elementi fondamentali tra le materie prime del sistema rurale, ma lo stop alle agevolazioni non rappresenta di certo la soluzione per raggiungere l'obiettivo della sostenibilità ambientale. Invece di aumentarne il costo per disincentivarne l'acquisto, già tra i più alti d'Europa, bisognerebbe favorire e sostenere un massiccio ricambio del parco macchine del settore. Attualmente non abbiamo alternative ai macchinari agricoli a gasolio e quindi una misura come questa andrebbe a incidere pesantemente sulla spesa per le operazioni in campagna in un momento in cui l'aumento dei costi di produzione è fortemente sentito dalle aziende".