Le vendite online alimentari, nel 2020, sono cresciute moltissimo, anche rispetto agli altri comparti: secondo l'ultimo rapporto di Casaleggio Associati sull'ecommerce, fatto 100 il fatturato dell'ecommerce in Italia, oggi l'alimentare rappresenta il 5%, con una crescita però del 63% nel 2020 sul 2019, il balzo più ampio di tutti i settori. Sicuramente ha aiutato il lockdown ma qualche cosa nelle abitudini del consumatore sta cambiando e sono molti gli agricoltori che stanno valutando di vendere direttamente i propri prodotti, aprendo un ecommerce sul sito aziendale.
 
Per capire meglio le difficoltà dell'avventura ecommerce, ci siamo messi in contatto con Benedetto Linguerri, fondatore di Local to You, ecommerce alimentare, nato a Bologna, con al centro l'idea di sostenere i produttori agricoli e di fornire al consumatore frutta e verdura, ma anche prodotti come pasta, marmellate e formaggi di qualità e contemporaneamente distintivi.

Sul sito, fondato nel 2017, si trovano infatti i prodotti di agricoltori selezionati personalmente dal fondatore. "Per noi la selezione delle aziende con cui lavorare - ci ha raccontato Linguerri - è fondamentale. Su Local to You si trovano prodotti che difficilmente si possono reperire al supermercato. Vendere su un ecommerce richiede però capacità non banali. Nel processo di selezione dei nostri fornitori, valutiamo anche il fatto che un produttore sia strutturato in modo da essere flessibile e che si adatti alle logiche dell'ecommerce".

Che sia un ecommerce come Local to You, che punta sui prodotti di diversi produttori o che sia un ecommerce dedicato esclusivamente alla propria azienda agricola, sono tante le variabili di cui tenere conto. Linguerri ha aperto Local to You con due soci, iniziando a consegnare a Bologna; oggi il servizio copre tutto il Nord Italia praticamente e si spinge anche verso il Centro, appoggiandosi a corrieri e a un servizio esterno di logistica. La crescita dell'azienda è stata veloce, oggi lavorano internamente altre tre persone e poi ulteriori otto persone sono coinvolte nell'indotto.

"Gestire un ecommerce è un mestiere di una complessità enorme. Quando arriva un ordine va eseguito in tempi rapidi, è un gioco a incastro: controlliamo se abbiamo già il prodotto, questo va confezionato, etichettato e simultaneamente va coordinato il corriere che si accorda con il cliente per la consegna. Oggi i clienti si aspettano di vedere recapitato l'ordine in ventiquattro ore e anche meno. Vogliono velocità, varietà di offerta e cercano soprattutto il servizio. Il cliente si aspetta la consegna al piano, vuole non pagare la consegna, vuole essere avvisato di quando sarà recapitato il pacco e vuole poter mandare un messaggio per dire quando è in casa. Questo è lo standard ormai, si aspetta un servizio flessibile e customizzato", ha raccontato ancora Linguerri.

Molto importante è quindi la logistica che, con fresco e freschissimi è ancora più difficile da gestire. "La logistica ha regole precise, si ragiona in termini di peso, volume e valore. Una certa consegna costa un tot, perché abbia senso raggiungere a casa un cliente, lui deve ordinare almeno, diciamo, 60 euro di prodotto. Ciò impone di avere molte referenze perché sarà difficile, con poche referenze, che il cliente riesca a raggiungere la cifra minima che serve. Inoltre, c'è da considerare che, in Italia, iniziano solo ora a svilupparsi i servizi di consegna al dettaglio, l'ultimo miglio è all'inizio. Sui freschi poi c'è da tenere presente il deperimento maggiore del prodotto, inoltre, per frutta e verdura, se vendi tramite ecommerce, vendi a pezzo, non a peso e anche questo non è un dettaglio da sottovalutare".

Pensare di aprire un ecommerce aziendale, vendendo i prodotti dell'azienda agricola, è una possibilità da calibrare attentamente. "Sicuramente servono persone dedicate. Non si può pensare di preoccuparsi del campo e contemporaneamente seguire l'ecommerce. C'è da pensare al packaging, al marketing, a seguire i clienti e le loro esigenze", un gioco difficile da giocare, su questo punto Benedetto Linguerri non ha dubbi.

Per quanto riguarda invece i prodotti agricoli venduti su Local to You, ecco le caratteristiche che l'azienda agricola che diventa fornitore dell'ecommerce deve avere. "È necessario essere reattivi e flessibili, poter garantire una certa continuità di prodotto ed essere disposti a seguire, nel packaging, le nostre esigenze. Stiamo andando infatti verso il plastic free".

Se un produttore agricolo da solo sicuramente farà fatica a strutturare un ecommerce che riesca a soddisfare un bacino di utenti che non sia strettamente locale, Benedetto Linguerri ha un sogno e un progetto. "Potremmo avere l'occasione unica di riunire i grossi produttori di ortofrutta dell'Emilia-Romagna, credo che saremmo competitivi a livello europeo, servono però investimenti. Dalla nostra piccola esperienza - ha affermato - notiamo come non sia semplice far comprendere agli agricoltori, anche organizzati in grandi consorzi, la necessità di sperimentare nuove forme di commercializzazione dei prodotti agricoli. Il potenziale qualitativo produttivo è immenso, ma il servizio da anni sta sempre di più assumendo un ruolo fondamentale, nel momento in cui grosse aziende globali vorranno investire in questo settore, avranno totalmente il 'gioco in mano' perché renderanno l'esperienza di acquisto talmente facile e immediata che i clienti non torneranno più indietro. Per giocare da protagonisti servono investimenti di diversi ordini di grandezza superiori a quelli che attualmente si investono nei nuovi canali di vendita, sperimentare su logistica, packaging, sistemi di abbonamento e altro. L'alternativa è quella di giocare una partita in panchina".