10 milioni  per finanziare la ripartenza delle aziende agricole, la semplificazione amministrativa e valorizzazione della biodiversità.

E' questo l'obiettivo a breve termine che si è posta la Giunta delle Marche per rilanciare gli investimenti in agricoltura nell'area colpita dal sisma del 2016.

L'annuncio dopo la conferenza online promossa da Ismea sulle opportunità offerte dal Psr per sostenere le aziende danneggiate e anticipare la nuova disponibilità di 10 milioni di euro per favorire lo scorrimento delle graduatorie esistenti, relative ai bandi già conclusi.

Una conferenza a cui hanno partecipato anche il presidente della regione, Francesco Acquaroli, e l'assessore regionale all'Agricoltura Mirco Carloni.

Acquaroli ha sottolineato la necessità di ricostruire il tessuto socio economico delle comunità devastate, oltre alla ricostruzione dei luoghi, e che per questo scopo l'agricoltura ha un peso determinante per il rilancio dell'entroterra. E per questo il presidente ha assicurato che sarà massimo lo sforzo della regione per garantire che questi territori tornino fruibili ed attrattivi.

L'assessore regionale Carloni ha dichiarato che la regione garantirà il cofinanziamento a un numero aggiuntivo di aziende per dare una risposta concreta alle imprese del settore primario che vogliono ripartire.

Nel suo intervento il vicepresidente Carloni ha evidenziato che oltre allo scorrimento delle graduatorie già predisposte, ci sarà un processo di semplificazione dei nuovi bandi, capace di rendere più semplice l'accesso alle opportunità offerte dal Psr.

Come ha sottolineato l'assessore regionale, nell'area del sisma il problema più stringente è quello delle autorizzazioni che si frappongono alla messa a terra dei progetti cofinanziati. E la programmazione dei nuovi bandi sarà mirata anche a superare questo ostacolo, "perché dalla ripartenza di queste aree dipende la ripartenza dell'intera economia regionale".

Fondamentale per Mirco Carloni sarà anche lavorare per fare squadra e sistema. "Siamo eccellenti perché siamo differenti: però questa differenza deve diventare forza, altrimenti rischia di rivelarsi un microsistema che non riesce a imporsi sui mercati internazionali" ha concluso.