Il presidente provinciale di Cia Capitanata annuncia così le nuove evidenze alla luce delle prime operazioni di trebbiatura del grano duro nelle zone di Lucera, Troia, Manfredonia, San Severo e altri areali limitrofi nel Tavoliere, principale polo produttivo del grano duro d'Italia e leader nazionale nella produzione. In questi areali si situano i terreni più vocati per il grano duro, ma le rese per ettaro sono inferiori alle medie zonali di oltre il 30 - 40% e con picchi del 60% e più. "Sono numeri che non fanno ben sperare per le zone meno vocate" sottolinea Ferrandino.
Va detto che non sono ancora definitivi, e che a determinare il pesante calo produttivo sono gli effetti catastrofici della siccità invernale combinata con le gelate di fine marzo. "Come era prevedibile - spiegano a Cia Capitanata - il grande freddo ha danneggiato alcuni raccolti, nella fase antecedente la spigatura. La produzione risente fortemente dei cambiamenti climatici. A macchia di leopardo, a seconda delle zone, si potrebbero registrare vertiginosi cali".
"Sapevamo che la scarsità di piogge avrebbe inciso pesantemente sulla resa quantitativa, ma speravamo che i numeri non fossero così sconfortanti - continua il presidente Ferrandino -. Non va trascurato, inoltre, che assieme alle calamità quest'anno si è aggiunta la pandemia che ha determinato un aggravio di spese per le aziende, a cominciare dall'applicazione del protocollo di salute e sicurezza sul lavoro in agricoltura. È un fattore che non può non essere tenuto debitamente in considerazione".
La scorsa settimana i prezzi in campagna, rilevati da Ismea, sono risultati stabili. Mentre a Borsa merci Foggia l'Osservatorio prezzi della Camera di commercio, nell'ultima rilevazione non ha quotato il grano duro. "Ma dalla prossima seduta si cominceranno ad avere indicazioni sulla nuova campagna, archiviato il raccolto 2019" si evidenzia da Cia Foggia.
"Considerato che le scorte a livello mondiale si stanno riducendo e in ragione della produzione ridimensionata, ci aspettiamo che i prezzi siano remunerativi per i produttori - aggiunge il presidente regionale Cia Puglia Raffaele Carrabba -. Vigileremo sul rischio di importazioni selvagge e relative speculazioni dietro l'angolo, in un mercato fortemente condizionato anche dall'emergenza Covid, nonostante la filiera abbia retto bene".