I mercati all’origine dell’olio extravergine di oliva sembrano rompere la stasi delle ultime settimane e registrano rialzi sui prezzi in Calabria e ribassi in Sicilia, mentre permane stabilità in Puglia. Intanto la stabilità su valori bassi continua ostinatamente a regnare sovrana sullo stagnante mercato all’ingrosso dell'olio di oliva extravergine. Il tutto nonostante la conferma della diminuzione delle giacenze – complessivamente di 9.436 tonnellate di olio evo tra il 29 febbraio ed il 31 marzo scorso, che secondo Frantoio Italia restano però superiori del 31,3% rispetto ad un anno fa. E confrontando i report di Frantoio Italia il 31 marzo scorso, il prodotto nazionale extravergine in giacenza cala di 10.334 tonnellate sul 29 febbraio scorso, ma resta comunque con consistenze superiori a quelle di un anno fa del 51,8%.

Pertanto, i prezzi all’ingrosso sulla piazza di Bari ieri, 7 aprile 2020, si sono nuovamente attestati sui valori di 3 euro al chilogrammo sui minimi e 3,40 sui massimi, fissati dalla Commissione olio alla Borsa merci per l'extravergine con acidità massima 0,4% alle condizioni di "franco partenza/arrivo" e Iva esclusa. La Commissione segnala come siano stati fissati su “scambi ridotti”.

Questi stessi valori, fissati per la prima volta il 14 gennaio - in calo di 20 centesimi rispetto alla seduta precedente - sono ormai alla dodicesima successiva riconferma, essendo stati già ribaditi nelle sedute del 21 e 28 gennaio scorso, in quelle del 4, 11, 18 e 25 febbraio ed in quelle dei trascorsi 3, 10, 17, 24 e 31 marzo. Stesso iter ha seguito l'olio di oliva extravergine in biologico, fermo sulla piazza di Bari a 3,40 euro al chilogrammo sui minimi e 3,80 euro sui valori massimi dal 14 gennaio, data dell'ultimo ribasso di 20 centesimi.

Per l'extravergine di alta qualità, questa persistente fase di stabilità segue il calo di maggiori dimensioni degli ultimi tempi, succeduto a quello di 10 centesimi occorso il 17 dicembre 2019 e che era stato preceduto dalla diminuzione di altri 10 centesimi verificatasi il 3 dicembre.
 

I prezzi a Bari nell'ultimo anno

L'olio extravergine di alta qualità, a Bari, ha perso 40 centesimi in oltre quattro mesi tra il 3 dicembre 2019 ed il 7 aprile 2020. Un calo comunque minore rispetto alla scivolata occorsa tra il 5 e il 26 novembre 2019, quando i prezzi erano calati di 0,80 euro sui massimi e di 1,10 sui minimi.
Al 7 aprile 2020, quattordicesima seduta di borsa del 2020 a Bari, rispetto allo scorso anno, l'extravergine di prima qualità sulla piazza pugliese ha perso complessivamente il 44,83% del suo valore.
Infatti, il 9 aprile 2019 l'olio l'extravergine di oliva con acidità massima 0,4% era stato quotato a ben 5,70 euro al chilogrammo sui valori minimi e a 5,90 euro sui massimi.
 

Giacenze su del 31,3% rispetto ad un anno fa

Il mercato dell’olio extravergine all’ingrosso appare bloccato: scambi ridotti con prezzi inchiodati da metà gennaio, quantitativi in campagna scarsi e preda di dinamiche di prezzo locali, comunque legate a giacenze che permangono su livelli molto elevati.

E a poco è giovata la diminuzione delle giacenze intervenuta tra il 15 ed il 31 marzo, che per l'olio evo di produzione nazionale - secondo Frantoio Italia è di ben 5679 tonnellate, che sommate alla rilevazione precedente del 15 marzo fanno 10.334 tonnellate di olio extravergine italiano in meno in giacenze tra il 29 febbraio ed il 31 marzo.

Secondo Frantoio Italia, al 31 marzo scorso nel pPaese c’erano giacenze di olio di oliva extravergine per 254.920 tonnellate: il 31,3% in più del 31 marzo 2019. Inoltre, nella stessa data, le giacenze di prodotto extravergine nazionale in Italia erano di ben 163.453 tonnellate, oltre il 51,8% in più dello stesso periodo dell’anno scorso.

Non contribuiscono a fare la differenza quelli di produzione Ue, che sono attestati a 78.242 tonnellate di giacenza e che sono rimasti stabili rispetto allo scorso anno. Crescono ancora gli oli evo extracomunitari (+153,5%), ma con solo 8.266 tonnellate di consistenza rappresentano appena il 3,24% delle giacenze, contro il quasi 30,7% degli oli di produzione Ue e il 64,1 % di olio di produzione nazionale.
 

I prezzi delle principali piazze del Mezzogiorno

Ismea, dal canto suo, sui mercati all’origine del Mezzogiorno d’Italia registra per l’olio extravergine di olive una situazione complessa tra il 31 marzo ed il 7 aprile 2020. Mentre la totale stagnazione dei prezzi rilevati fino al 2 aprile permane in Puglia, si osservano invece rialzi in Calabria su tutte le piazze del 2,7% nella rilevazione del 2 aprile. Mentre in Sicilia vanno in scena cali del 3,3% il 7 aprile. Di seguito le rilevazioni Ismea per prezzi puntuali, pubblicate ieri, 7 aprile 2020 alla condizione di vendita di franco azienda, prezzo Iva esclusa.

Sicilia
Ieri, 7 aprile 2020, sulle piazze siciliane di Palermo e Trapani, l’olio extravergine di oliva è stato rilevato da Ismea a 4,30 euro al chilogrammo sui valori minimi e 4,50 sui massimi, in calo sulla settimana precedente di 20 centesimi sui minimi e 10 centesimi sui massimi. Queste piazze nella scorsa settimana si erano rivelate stabili. Il 31 marzo lo stesso prodotto sulla piazza di Ragusa, attestatosi a 3,60 euro al chilogrammo sui minimi e 4,00 euro sui massimi e con prezzo prevalente di 3,80 euro, registra invece stabilità sulla settimana precedente, dopo aver subito un calo del 5%.

Puglia
Sono tutti improntati alla stabilità sulla settimana precedente i prezzi della Puglia. Ismea ha rilevato il 2 aprile, sulle piazze salentine di Lecce, Brindisi e Taranto, l’olio extravergine di oliva ad un prezzo minimo di 2,80 euro al chilogrammo, e a 3,00 euro sui massimi. In pari data lo stesso prodotto è stato osservato sulla piazza di Foggia a 2,80 euro sui minimi e 2,85 sui massimi. Il 30 marzo stabilità registrata anche a Bari dove per l’extravergine si rilevano 3,00 euro al chilogrammo sui minimi e 3,20 euro sui massimi.

Calabria
Il 2 aprile Ismea rileva sulle quattro piazze calabresi di Rossano Calabro, Lamezia Terme, Catanzaro e Cosenza l’olio extravergine di olive attestato a 2,70 euro al chilogrammo sui minimi e 3,05 euro sui massimi, tutti valori in crescita di 10 centesimi al chilogrammo sui valori minimi e di 5 centesimi in più sui massimi rispetto alla rilevazione del 26 marzo scorso.