L'asta della Commissione europea per ritirare temporaneamente olio extravergine di oliva dal mercato dietro pagamento di un aiuto di 0,83 centesimi al giorno per tonnellata, nonostante la partecipazione di operatori italiani che sono risultati aggiudicatari, non ha influito ieri sul prezzo del prodotto all'ingrosso sulla piazza di Bari. L'incanto era stato aperto con il regolamento di esecuzione Ue 2019/1882 dell'8 novembre 2019 che aveva aperto gara distinta "per l'aiuto all'ammasso privato" con contratti valevoli 180 giorni di ritiro dal mercato e su lotti minimi di prodotto sfuso da 50 tonnellate per olio di oliva extra vergine, olio di oliva vergine e olio di oliva lampante. L'ultimo sottoperiodo per presentare offerte valide era stato tra il 20 ed il 25 febbraio scorsi.

Ma ieri il mercato dell'olio di oliva extravergine conferma, ancora una volta la stabilità su valori bassi. I prezzi sulla piazza di Bari – scesi il 14 gennaio 2020 di ben 20 centesimi al chilogrammo sulle precedenti quotazioni del 7 gennaio – confermano i valori di 3 euro al chilogrammo sui minimi e 3,40 sui massimi. Il tutto nonostante l'aumento complessivo delle giacenze di olio in Italia sia in netta frenata. E gli stock di olio extravergine nazionale siano addirittura in lieve diminuzione su base mensile.

Nonostante tutto questo, restano questi i prezzi fissati dalla Commissione olio il 3 marzo 2020 alla Borsa merci per l'extravergine con acidità massima 0,4% alle condizioni di franco partenza/arrivo e Iva esclusa. Questi valori, fissati per la prima volta il 14 gennaio in fase calante, sono ormai alla settima successiva riconferma, essendo stati già ribaditi nelle sedute del 21 e 28 gennaio scorso ed in quella del 4, 11, 18 e 25 febbraio. Stesso iter ha seguito l'olio di oliva extravergine in biologico, fermo sulla piazza di Bari a 3,40 euro al chilogrammo sui minimi e 3,80 euro sui valori massimi dal 14 gennaio, data dell'ultimo ribasso di 20 centesimi.

Per l'extravergine di alta qualità, questa persistente fase di stabilità segue il calo di maggiori dimensioni degli ultimi tempi, succeduto a quello di 10 centesimi occorso il 17 dicembre 2019 e che era stato preceduto dalla diminuzione di altri 10 centesimi verificatasi il 3 dicembre.
 

I prezzi a Bari nell'ultimo anno

L'olio extravergine di alta qualità, a Bari, ha perso 40 centesimi in tre mesi tra il 3 dicembre 2019 e il 3 marzo 2020 - un calo comunque minore rispetto alla scivolata occorsa tra il 5 e il 26 novembre 2019, quando i prezzi erano calati di 0,80 euro sui massimi e di 1,10 sui minimi.

Al 3 marzo 2020, nona seduta di borsa del 2020 a Bari, rispetto allo scorso anno, l'extravergine di prima qualità sulla piazza pugliese ha perso complessivamente il 47,97% del suo valore. Infatti, il 5 marzo 2019 l'olio l'extravergine di oliva con acidità massima 0,4% era stato quotato a ben 6,10 euro al chilogrammo sui valori minimi e a 6,20 euro sui massimi.


Giacenze in frenata, quelle italiane inizano a diminuire

Le scorte di olio extravergine di oliva al 29 febbraio si attestano - secondo Frantoio Italia - a 264.279 tonnellate e continuano a crescere, anche se molto più lentamente: appena 6007 tonnellate in più del 31 gennaio. I dati sono stati resi noti dall'Istituto centrale per la qualità e repressione frodi sul sito web del Mipaaf nella mattinata di ieri, forse non in tempo per influenzare la seduta di Borsa merci a Bari, tenutasi nella stessa prima mattinata di ieri.

In particolare si osserva che le giacenze di olio di oliva extravergine di produzione italiana al 29 febbraio sono 173.758 tonnellate e risultano diminuite se pur di poco rispetto al 31 gennaio, quando erano pari a 174.170 tonnellate. Una frenata alla quale si accompagna un incremento delle scorte complessive interamente spiegato dall'aumento delle giacenze di oli evo di importazione.


I prezzi all'origine rilevati da Ismea

Tale situazione sul mercato all'ingrosso continua a determinare una forte pressione sui produttori di olive, che vengono pagati in olio o denaro e comunque in valore di olio all'origine. Anche se i prezzi rilevati da Ismea in Puglia e Calabria registrano alcuni ulteriori e lievi miglioramenti.

In particolare a Foggia il 27 febbraio i prezzi risultano aumentati di altri 5 centesimi al chilogrammo rispetto al 13 febbraio, pervenendo a 3 euro al chilo sui massimi.
Prezzi in crescita a Brindisi, con una rilevazione sui massimi da 3,00 euro al chilogrammo il 27 febbraio, maggiore di 10 centesimi di quella del 13 febbraio.
Stesso rincaro e stesso valore massimo della piazza brindisina e sempre il 27 febbraio Ismea lo rileva sui prezzi all'origine a Lecce e Taranto.
A Bari invece il 24 febbraio l'extravergine conferma i 3,20 euro sui massimi e 3,00 sui minimi del 10 febbraio.

In Calabria Ismea rileva il 27 febbraio un recupero dei prezzi medi dell'1,8% trainato dai soli prezzi minimi, atteso che i prezzi massimi all'origine dell'olio extravergine di olive restano stabili sui 3 euro al chilogrammo su tutte le principali piazze: Lamezia Terme, Cosenza, Catanzaro e Rossano calabro.

In Sicilia, Palermo - tra le piazze meridionali rilevate da Ismea il 3 marzo – si conferma quella che riesce ad assicurare un prezzo massimo più elevato per l'extravergine, attestato a 4,60 euro al chilogrammo. Prezzi invariati anche a Ragusa, rilevati il 25 febbraio a 4,40 sui massimi.