"La nostra organizzazione, sin dalla sua fondazione nel 1951, ha come finalità la conoscenza del vino approfondita dal punto di vista della degustazione e di ciò che sta dietro alla bottiglia. - Afferma Iacono. - Per questo abbiamo deciso di sviluppare anche il tema del vini non convenzionali, che definisco quasi 'anarchici'". Un'anarchia intesa nella migliore accezione, che sta a significare, secondo la definizione di Pierre Joseph Proudhon, il rispetto dell'individualità delle scelte e delle decisioni del produttore.
Su questo tema Onav sta già studiando un corso dedicato.
"C'è ancora il preconcetto da parte di molti che il vino naturale significhi rifiuto della scienza e assecondamento del corso della natura. Non è così. Produrre un vino non convenzionale oggi significa avere una perfetta padronanza della fisiologia della vite e dell'enologia, per intervenire il meno possibile con l'obiettivo di ottenere un vino espressione di un terroire di una filosofia produttiva precisa".
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