Rete rurale nazionale ha recentemente pubblicato il "Report di avanzamento della spesa pubblica dei Programmi di sviluppo rurale 2014-2020" aggiornato al 15 ottobre 2019, che dà conto dell'andamento della spesa tra i programmi comunitari sulla base dei dati Agea coordinamento.

E torna a suonare l'allarme per i Psr delle regioni meno sviluppate: alla data sopra riportata hanno complessivamente ancora da spendere - entro il 31 dicembre 2019 ed a rischio disimpegno automatico - ben 341,1 milioni di euro del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, appena 35,5 milioni in meno rispetto al 31 agosto scorso, quando la quota Feasr a rischio era attestata a 376,6 milioni.

Nell'intero Mezzogiorno d'Italia ci sono tre Psr 2014-2020 che hanno già raggiunto gli obiettivi di spesa necessari all'azzeramento del rischio disimpegno del Feasr: tra le regioni meno sviluppate c'è la Calabria e tra quelle in transizione figurano la Sardegna ed il Molise. Appaiono invece sempre in difficoltà Basilicata e Puglia con rischi disimpegno automatico a due cifre percentuali se rapportati all'intero Feasr.

Per le altre due regioni meno sviluppate, Campania e Sicilia, si profila invece un quadro di difficoltà costante, utile a poter comunque tagliare il traguardo del 31 dicembre 2019 con l'azzeramento della soglia di disimpegno automatico del Feasr, ma che al momento appare appesantito dalla mancanza di sprint necessario.

Per le regioni meno sviluppate, il rischio disimpegno del fondo comunitario si attestata in media, al 15 ottobre 2019, al 7,65% e risulta diminuito di appena lo 0,79% rispetto al 31 agosto. Analoga diminuzione percentuale del rischio disimpegno automatico – lo 0,78% si era avuta tra il 30 giugno ed il 31 agosto, segno che vi è stata comunque una piccola accelerazione della spesa, atteso che l'ultimo periodo considerato è maggiore di 15 giorni rispetto a quello più recente.

La spesa pubblica complessiva effettuata dalle regioni meno sviluppate dal 2015 al 15 ottobre 2019 si porta così ad oltre 2308,3 milioni rispetto ad un budget complessivo di 7.374,1 milioni, da spendere e rendicontare per intero entro il 31 dicembre 2023. E l'avanzamento della spesa pubblica delle regioni meno sviluppate si attesta così mediamente a metà ottobre al 31,3%, mentre si era fermato al 30,32% a fine agosto.

La crescita assoluta della spesa pubblica dei Psr delle regioni meno sviluppate al 15 ottobre - rispetto a fine agosto - mette a segno un passo da 72,7 milioni di euro e sale così di oltre il 3,25% nel periodo considerato, un dato in linea con la spesa intervenuta nel bimestre precedente - oltre 81,7 milioni di euro, ma che da sola non basta ancora a centrare gli obiettivi di spesa: occorre visibilmente fare di più.

Il risultato della performance delle regioni meno sviluppate tra il 1° settembre e il 15 ottobre scorsi è spiegato per il 45,31% dalla spesa di due Psr, quelli della Sicilia e della Campania che contribuiscono al flusso di cassa rispettivamente con oltre 18,28 milioni il primo ed oltre 14,68 milioni il secondo programma. Mentre un altro 19,21% è dovuto al Psr Calabria, che da solo ha speso 13,98 milioni nei 45 giorni considerati, attestandosi al terzo posto per spesa assoluta dopo Sicilia e Campania.

Tra le regioni del Mezzogiorno che a metà ottobre viaggiano spedite verso gli obiettivi di spesa, si conferma la Calabria, che con il 45,89% di avanzamento conferma il quarto posto in classifica tra le regioni italiane primatiste, preceduta solo da Bolzano, Veneto e Trento.

Di seguito i risultati delle regioni, suddivise per condizioni e in ordine decrescente di budget.
 

Regioni meno sviluppate

Sicilia
Il Psr Sicilia si presenta con oltre 18,28 milioni di euro di spesa pubblica effettuata tra settembre e metà ottobre, risultato in linea con il bimestre precedente - 16,6 milioni a tra luglio e agosto – ed è oggi il programma che spende in assoluto di più, ma era la terza maggior crescita assoluta tra le regioni meno sviluppate nel bimestre precedente: il che da la misura della mancanza di sprint necessario a raggiungere l'obiettivo. Al 15 ottobre l'avanzamento della spesa pubblica si attesta al 31,16% mentre il Psr Sicilia, che ha un budget di 2148,1 milioni di euro, in questo bimestre raggiunge e supera una spesa pubblica totale di 680,6 milioni di euro. Il più grande Psr d'Italia fino ad oggi ha speso oltre 409,8 milioni di euro della quota Feasr. E ne dovrà utilizzare altri 86,4 entro il 31 dicembre prossimo e per farlo ha bisogno di spendere complessivamente almeno 143,2 milioni, questa la misura dello scatto necessario per azzerare un rischio disimpegno automatico del Feasr attestato al 15 ottobre scorso al 6,56%.

Campania
La spesa pubblica del Psr in questa regione in valore assoluto è quella che cresce di più tra le regioni meno sviluppate dopo il programma della Sicilia: attestatasi al 15 ottobre a oltre 577,4 milioni, mette a segno un aumento assoluto di 14,68 milioni di euro. Un dato che resta però lontano dagli oltre 25 milioni del bimestre luglio - agosto ed appare in decelerazione. L'avanzamento di spesa al 15 ottobre si porta al 31,86% sul budget, forte di ben 1.812,5 milioni.
La Campania dovrà a questo punto balzare sulle punte fino al 31 dicembre: data entro la quale sarà necessaria una spesa pubblica da oltre 106,4 milioni di euro per poter utilizzare tutti gli oltre 64,3 milioni del Feasr, che al 15 ottobre risultavano a rischio disimpegno automatico per il 5,87% dell'intera quota assegnata al Psr Campania. Un risultato "su cui abbiamo lavorato molto in questi ultimi mesi ed è ormai è alla nostra portata" ha detto recentemente Nicola Caputo, consigliere per l'agricoltura del presidente e assessore ad interim Vincenzo De Luca.

Puglia
Al 15 ottobre in Puglia, dove il budget del Psr è di 1.616,7 milioni, Agea stima un avanzamento della spesa pubblica al 22,55% contro il 21,71% di fine agosto, pari ad una spesa pubblica complessiva da oltre 364,6 milioni. Il che ha comportato una spesa pubblica nel periodo 1° settembre 15 ottobre di oltre 13,66 milioni, dato in accelerazione, visto che nell'intero bimestre precedente si erano spesi in tutto non oltre 9,3 milioni di euro.
La Puglia sembra poter solo minimizzare l'impatto del disimpegno automatico della quota Feasr, ormai da più parti stimato come non più scongiurabile, se non mediante l'accoglimento di una richiesta di proroga del termine di rendicontazione della spesa richiesto da Regione Puglia alla Commissione Ue nei primi giorni di ottobre.
Anche se, proprio ieri sera, il presidente e assessore all'Agricoltura di Regione Puglia, Michele Emiliano, in una nota ufficiale diffusa a margine di una riunione con le organizzazioni agricole, si è detto ottimista sulla possibilità di raggiungere l'obiettivo minimo di spesa entro fine anno. Questo significherebbe per il Psr Puglia dover conoscere - nei 77 giorni intercorrenti tra il 16 ottobre ed il 31 dicembre prossimo - una spesa pubblica da oltre 245,9 milioni di euro per centrare l'obiettivo del pieno utilizzo del fondo europeo - quasi 148,8 milioni - necessario ad azzerare un rischio disimpegno automatico del Feasr, attestato il 15 ottobre scorso al 15,21%.

Calabria
Decelera la spesa pubblica del Psr Calabria che - con oltre 13,98 milioni di euro nei 45 giorni considerati - esprime un dato molto al di sotto dei 24,1 milioni di euro spesi nel bimestre luglio-agosto. Ma la Calabria non ha bisogno di rincorrere obiettivi quantitativi, grazie alla soglia di disimpegno automatico del Feasr già azzerata. Qui, rispetto ad un budget complessivo del Psr attestato a 1.089,3 milioni, a metà ottobre la spesa pubblica totale si attesta a oltre 499,8 milioni, pari ad un avanzamento del 45,89%. Per avanzamento, il Psr Calabria si conferma il primo tra le regioni meno sviluppate e - da aprile - anche tra tutte quelle del Mezzogiorno. A livello nazionale quindi conferma il quarto posto in Italia dopo Bolzano, Veneto e Trento, agguantato già a fine aprile.

Basilicata
Il Psr Basilicata nel tra il 1° settembre ed il 15 ottobre mette a segno spesa pubblica per 12,13 milioni di euro, un dato in accelerazione rispetto al bimestre luglio-agosto, quando la spesa pubblica superò i 7 milioni di euro. Con il budget del Psr Basilicata pari a 671,3 milioni di euro, la regione ora ha un gran bel da fare, perché entro il 31 dicembre prossimo andranno spesi oltre 68,2 milioni di euro, per poter rendicontare a Bruxelles l'impiego di almeno 41,3 milioni del Feasr, azzerando così un rischio disimpegno automatico attestato il 15 ottobre scorso al 10,17%.
 

Regioni in transizione

Sardegna
Il Psr Sardegna, che ha già da tempo azzerato il rischio di disimpegno automatico del Feasr per il 2019, risulta aver speso poco più di 6 milioni di euro tra settembre e metà ottobre, dato in decelerazione rispetto al bimestre luglio-agosto, quando la spesa era stata di 12,9 milioni. Cifre che consentono di attestare la spesa pubblica complessiva a metà ottobre comunque ad oltre 547,6 milioni di euro. La Sardegna, con un budget del Psr da 1.291,5 milioni di euro ha così raggiunto un avanzamento che si è attestato al 42,40%, sceso all'ottavo miglior valore tra i Psr delle regioni d'Italia, con il quale si mantiene al di sopra della Toscana e si attesta subito dopo l'Emilia Romagna.

Molise
Il Psr Molise, che ha già messo all'incasso l'azzeramento della soglia di disimpegno automatico, nel periodo 1° settembre – 15 ottobre scala di un posto la classifica in Italia per il miglior avanzamento della spesa pubblica, che si attesta ora al 45,40%, crescendo del 4,59% in 45 giorni sul bimestre luglio-agosto, recuperando la mancata documentazione di spesa nel bimestre precedente. A fronte di un budget da 207,7 milioni, la spesa pubblica complessiva si attesta così a poco più 94,3 milioni.

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