Tre rilevatori, Fabio Sampognaro, Giuliana Ippolito e Gianmarco Ruggeri, coordinati da Carmelo Asero, tutti agronomi, hanno già avviato le visite nelle aziende per somministrare un apposito questionario, messo a punto con un serrato confronto con gli imprenditori agrumicoli, utilizzando competenze tecniche agronomiche e di ingegneria idraulica degli agronomi, sotto la supervisione di Antonio Cancelliere, docente ordinario di Costruzioni idrauliche, marittime e idrologia al Dicar e responsabile scientifico del progetto.
Il questionario, che rimarrà anonimo, oltre a registrare i dati generali dell’azienda, rileva i dati agronomici dell’appezzamento coltivato, le fonti idriche utilizzate, la tipologia di impianto irriguo, e le pratiche di gestione dell’irrigazione. La rilevazione, che si concluderà a settembre, intende scattare una fotografia dello status quo, tra approvvigionamenti idrici e buone pratiche, dell’uso dell’acqua nell’agrumicoltura siciliana.
"Puntiamo a dare un contributo tecnico e fattivo a tutta la filiera - spiega Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi Sicilia – perché è di fondamentale importanza avere dei dati certi sulle quantità e le modalità di utilizzo dell’acqua, anche nell’ottica di ottimizzarne l’utilizzo e di favorire l’innovazione tecnologica e l’efficientamento. L’acqua è e sarà sempre una risorsa vitale per tutta la filiera, ed è necessario capire come usarla al meglio sin dalla produzione e fino alla trasformazione degli agrumi. Perciò invitiamo tutti gli imprenditori a collaborare con i nostri rilevatori".
Nelle rilevazioni già effettuate, 41 in totale tra la Piana di Catania, il territorio di Siracusa e la fascia costiera jonica, sono stati rilevate punte di efficienza e antiche pratiche di irrigazione, al pari di tante criticità evidenziate dagli agrumicoltori, prima fra tutte l’approvvigionamento idrico da parte dei Consorzi di bonifica che mostra molte carenze. Inoltre, è stata rilevata una crescente regolarizzazione dei pozzi privati.
La mappatura investe tutti gli areali di produzione agrumicola siciliana, coincidenti con le produzioni Dop e Igp tutelate dai rispettivi consorzi: dalla Piana di Catania, territorio d’elezione dell’arancia Rossa di Sicilia Igp, sino al territorio del limone di Siracusa Igp, dalla fascia Ionica in cui si coltiva il limone dell’Etna (in fase di riconoscimento Igp) al limone Interdonato Igp (nel messinese), sino alle zone di produzione dell’arancia di Ribera Dop (nell’Agrigentino) e del mandarino tardivo di Ciaculli (a Palermo).
La mappatura prevede la raccolta di informazioni sulla qualità dell’acqua disponibile, che sarà il punto di partenza per la valutazione del possibile uso di risorse idriche non convenzionali, come fertirrigazione e biostimolanti, riduzione di prodotti chimici per maggiore protezione di ambiente e consumatori, tecniche di desalinizzazione per l’irrigazione con acqua salmastra.
I dati raccolti verranno inseriti ed elaborati all’interno di una piattaforma WebGis che permetterà di facilitare anche la visualizzazione interattiva della mappatura.
Il progetto Acqua prevede anche il monitoraggio ad alta risoluzione degli indicatori di stress idrico degli agrumeti, con l’impiego di tecnologie innovative, attraverso droni dotati di speciali sensori e la realizzazione di un impianto pilota di irrigazione sostenibile degli agrumi che rimarrà poi a disposizione per formare studenti, tecnici e imprenditori.