Anno nuovo ma vecchie abitudini. La bilancia commerciale cerealicola del Belpaese continua a macinare deficit, secondo i dati dell'Anacer. I movimenti valutari relativi all'import/export del settore cerealicolo hanno portato a un saldo negativo nel gennaio 2019 di 217,2 milioni di euro, contro i 183 milioni del gennaio 2018.

A pesare è la crescita del valore dell'import, che seppur in diminuzione in termini quantitativi, è aumentato a livello assoluto in termini di esborso monetario. Il calo quantitativo si è attestato sul -2,4%, con un aumento di 48,2 milioni di euro nei valori (+10,5%) rispetto al primo mese del 2018. Crescono gli arrivi di grano duro (+110mila tonnellate) e i semi oleosi (+33mila tonnellate), mentre calano il grano tenero (-99mila tonnellate), il mais (-6.200 tonnellate) e altri cereali minori (-7.300 tonnellate).

Brusca frenata anche per le farine proteiche, con una riduzione di 55.500 tonnellate (-19%). Aumento per l'import di riso di 1.800 tonnellata (+10%). Sul fronte dell'export, anche qui cala il quantitativo (-9,1%), mentre cresce il valore (+5,1%). Diminuisce la vendita all'estero di cereali in granella (-50mila tonnellata di grano duro), mentre crescono le paste alimentari (+5,5%) e i mangimi a base di cereali (+29%).