1.060.000 operai coinvolti, 110,7 milioni di giornate lavorate e 37mila dipendenti impiegati, quadri e dirigenti.
E' questo lo scenario che emerge dall'edizione 2019 dell'Osservatorio Eban sul lavoro agricolo curato da Nomisma.

"I dati dell'Osservatorio dimostrano che l'occupazione dipendente del settore agricolo rappresenta una quota importante del mercato del lavoro (oltre 1 milione di lavoratori) e merita massima considerazione all'interno del contesto economico e sociale del nostro paese e pari dignità rispetto al mercato del lavoro degli altri settori produttivi - afferma il presidente dell'Eban Roberto CaponiL'agricoltura è un settore vitale, innovativo, eclettico e con grandi potenzialità di crescita che rappresenta una concreta opportunità occupazionale. Preoccupa la contrazione del lavoro a tempo indeterminato probabilmente conseguente a politiche del lavoro che non hanno sufficientemente incentivato la stabilizzazione dei rapporti nel settore agricolo".
 

Dalla lettura dell'Osservatorio Eban-Nomisma emerge un bacino occupazionale rilevante se paragonato a quello di altri settori economici. Nonostante un'incidenza del valore aggiunto agricolo sul totale economia del 2% è bene evidenziare come facciano riferimento all'agricoltura ben il 13% del totale degli operai italiani e il 6% del totale delle giornate lavorate dalla manodopera in Italia. 

Altra specificità del settore agricolo che emerge dal Rapporto 2018 curato da Eban-Nomisma è la forte presenza di manodopera stagionale: gli operai a tempo determinato rappresentano infatti il 90% del totale della manodopera impiegata in agricoltura contro il 32% del totale delle attività economiche. Considerando le giornate lavorate un operaio a tempo indeterminato (Oti) è impiegato per 264 giornate all'anno, mentre uno a tempo determinato (Otd) viene invece occupato per 87 giornate all'anno, dato ben al di sotto della media considerando i 135 giorni del totale di tutte attività economiche.

Analizzando più a fondo le dinamiche del settore agricolo emergono altre tendenze. La crescita si presenta non omogenea sul territorio nazionale: mentre al Nord e al Centro gli operai impiegati in agricoltura fanno segnare nel periodo 2012-2017 incrementi rispettivamente del 13% e del 6% al Sud calano dell'1%. Le giornate lavorate crescono dell'11% al Centro-Nord, mentre al Sud appena del 2%.

Secondo Ersilia Di Tullio, responsabile dell'Osservatorio per Nomisma,"se questa tendenza si andrà a confermare nel lungo periodo, non possiamo escludere che si possa ridisegnare l'attuale struttura dell'impiego di manodopera nel paese. Il Sud oggi rappresenta il principale bacino di impiego della manodopera agricola con il 57% degli operai agricoli italiani, dei quali il 95% stagionali".