Ieri, 13 novembre 2018, la Rete rurale nazionale ha pubblicato il "Report di avanzamento della spesa pubblica dei Programmi di sviluppo rurale 2014-2020" aggiornato al 31 ottobre 2018, che dà conto dell'andamento della spesa tra i programmi comunitari sulla base dei dati Agea coordinamento.

Ne viene fuori che i Psr 2014-2020 delle regioni meno sviluppate - il Mezzogiorno d'Italia a meno di Molise e Sardegna - durante il bimestre settembre ottobre 2018 riescono a ridurre di altri 32, 2 milioni di euro il rischio disimpegno automatico sul Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.
E portano in media il peso della realizzazione delle spese sull'anno di impegno targato 2015 al 98,30%.

Il rischio disimpegno automatico al 31 dicembre 2018 per le regioni meno sviluppate è sceso così a poco più di 15,4 milioni del Feasr - soldi ancora da spendere - e la spesa pubblica necessaria a non perderli è di oltre 25,4 milioni di euro. Ma questo spettro insiste quasi interamente sul Psr Puglia, poiché il programma della Campania – come annunciato – ha raggiunto l'obiettivo dell'azzeramento della soglia di disimpegno automatico, mentre il Psr Basilicata ha ormai speso quasi tutto il necessario e gli restano da rendicontare a Bruxelles poco più di 64mila euro di Feasr, per una spesa pubblica necessaria di circa 102mila euro.

In questo quadro, il rischio disimpegno automatico al Centro Sud è tutto pugliese, atteso che Sardegna, Molise, Calabria, Campania e Sicilia hanno già centrato gli obiettivi di spesa pubblica al 31 dicembre 2018 e la Basilicata è ad un passo dal raggiungerli. L'avanzamento della spesa pubblica delle regioni meno sviluppate si attesta così mediamente al 20,86% a fine ottobre, mentre era si era fermata al 19,53 % dei budget a fine agosto.

La crescita media della spesa pubblica nelle regioni meno sviluppate su base mensile tra settembre e ottobre registra uno scatto e sale ad oltre il 3,40% e risulta più che triplicata rispetto al bimestre estivo luglio-agosto. La spesa pubblica complessiva effettuata dalle regioni dal 2015 al 31 ottobre 2018 è attestata ad oltre 1.538,4 milioni rispetto ad un budget complessivo di 7.374,1 milioni, da spendere e rendicontare per intero entro il 31 dicembre 2023.

A trascinare la spesa pubblica del Sud tra settembre e ottobre è sempre il Psr Campania con il 36,44%. Anche se inizia a delinearsi un trend in calo, visto che tra luglio e agosto il programma campano aveva assorbito oltre il 38,8% dei pagamenti di tutte le regioni meno sviluppate e che lo stesso indice era stato del 40,7 per cento a giugno. In compenso la Campania ha azzerato il rischio disimpegno automatico. E buone notizie giungono anche per il Psr Basilicata, ormai ad un palmo dall'azzeramento del rischio disimpegno. Buone e in linea con gli obiettivi le performance di Molise e Sardegna, regioni in transizione del Mezzogiorno.


Campania

Il Psr Campania ha azzerato la soglia di disimpegno automatico e si riconferma il primo programma per spesa assoluta nel bimestre.
Qui la spesa pubblica complessiva del Psr, attestatasi il 31 ottobre 2018 ad oltre 325, 3 milioni di euro, mette a segno un aumento assoluto di 35,7 milioni di euro tra settembre e ottobre, media mensile del periodo 17,85 milioni.

Dato che fa calare la spesa media mensile da inizio d'anno a circa 21,5 milioni contro i 22,45 milioni registrati al 31 agosto scorso. Il Psr Campania porta così l'avanzamento al 17,95% sul budget del Psr, che è di 1.812,5 milioni.


Sicilia

In seconda posizione, per progressi di spesa, il Psr Sicilia che si presenta con oltre 26,8 milioni di euro di spesa pubblica nel bimestre settembre-ottobre, una media mensile di 13,4 milioni, in crescita sulla spesa pubblica media del bimestre luglio-agosto, quando si era attestata sugli 11 milioni di euro. Situazione tranquilla in Sicilia, dove l'obiettivo di azzeramento della soglia di disimpegno automatico è stata da tempo raggiunta.

Al 31 ottobre l'avanzamento della spesa pubblica si attesta al 23,40% e il Psr Sicilia, che ha un budget di 2.184,1 milioni di euro, in questo mese raggiunge una spesa pubblica totale da quasi 511,2 milioni. Il più ingente Psr d'Italia ha fino ad oggi speso quasi 308 milioni della quota Feasr.


Basilicata

In lieve decelerazione la spesa del Psr Basilicata che tra settembre e ottobre mette a segno quasi 6,4 milioni di euro di spesa pubblica, media mensile 3,2 milioni, contro gli oltre 8 milioni rendicontati nel bimestre luglio-agosto.
Il programma lucano si attesta come terzo programma per spesa assoluta nel bimestre.

Con il budget del Psr Basilicata pari a 671,3 milioni di euro, la spesa pubblica complessiva a fine ottobre supera i 116,2 milioni, con l'avanzamento che si attesta al 17, 37%.
In termini di rischio disimpegno automatico del Feasr, la Basilicata aveva iniziato a risalire la china da tempo, ed entro il 31 dicembre 2018 dovrà ancora spendere poco più di 106mila euro per evitare di perdere fondi europei per poco più di 64mila euro.

Un obiettivo praticamente raggiunto e che poteva essere forse centrato già a fine ottobre. Ma all'ultimo Comitato di sorveglianza, proprio l'Autorità di gestione del Psr Basilicata aveva assicurato che sarebbe stato raggiunto alla fine di questo autunno, e ragionevolmente ormai ci siamo.


Calabria

In forte frenata la spesa del Psr Calabria, poco più di 6,3 milioni tra settembre ed ottobre, poco rispetto ai quasi 41 milioni di spesa rendicontata nel bimestre estivo.
Ed è comunque il quarto Psr per spesa assoluta tra le regioni meno sviluppate, con una spesa media mensile di 3,15 milioni di euro.

Qui, dove nello scorso anno si è azzerato il rischio disimpegno automatico, e si lavora alacremente per chiedere la premialità, rispetto ad un budget complessivo del Psr attestato 1.089,3 milioni, a fine ottobre la spesa pubblica totale si attesta 329,8 milioni, pari ad un avanzamento del 30,28%.

Per avanzamento, il Psr Calabria si conferma il primo sia tra le regioni meno sviluppate che tra quelle del Mezzogiorno ed il quarto in Italia dopo Bolzano, Veneto e Trento.


Puglia

Tra le regioni meno sviluppate c'è il Psr Puglia, qui la spesa pubblica totale, che Agea al 31 agosto dava a 232,7 milioni, è stata ricalcolata ed è ora calata a 225,5 milioni di euro. In Puglia, dove il budget del Psr è di 1.616,7 milioni, Agea stima ora un avanzamento della spesa pubblica del 15,81%.

In compenso, la Puglia presenta un rischio disimpegno automatico della quota Feasr di poco più di 15,3 milioni, ricalcolato anch'esso e dimezzato rispetto agli oltre 29 milioni di fine agosto. E dovrà rendicontare oltre 25,3 milioni di spesa pubblica entro il 31 dicembre prossimo per non perdere i fondi europei.


Sardegna

Il Psr della Sardegna, regione in transizione di tutto rispetto, con quasi 22,3 milioni di euro di spesa pubblica tra settembre ed ottobre, con una media di 11,15 milioni al mese, accelera rispetto al bimestre luglio-agosto, quando il dato si era attestato ad oltre 11,6 milioni di euro, con una media mensile di 5,8 milioni.

Un elemento che comunque consolida risultati già acquisiti, visto che in Sardegna il rischio di disimpegno automatico del Feasr è stato scongiurato da tempo e il budget del Psr è di 1.291,5 milioni di euro. La spesa pubblica totale ha così quasi raggiunto i 375 milioni di euro al 31 ottobre, con l'avanzamento che si attesta al 29,03%.


Molise

Tra le regioni in transizione c'è il Molise, con il Psr che, azzerata la soglia di disimpegno automatico sul Feasr in aprile, accelera la corsa, spendendo tra settembre ed ottobre oltre 4,8 milioni di euro, media mensile 2,4 milioni di euro, quasi il doppio del bimestre estivo, attestata ad oltre 2,8 milioni tra luglio e agosto, poco più di 1,4 milioni su base mensile.

La spesa pubblica complessiva supera così i 49,8 milioni. E a fronte di un budget da 207,7 milioni, al 31 ottobre 2018 l'avanzamento della spesa pubblica si attesta al 23,99%.

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