Gli stranieri impegnati in agricoltura oggi, tra stabili e stagionali, sono già 320mila, di cui 128mila extracomunitari. In sostanza, un’azienda agricola italiana su tre, conta almeno un lavoratore nato all’estero e in molti casi (25mila unità per 6 miliardi versati nelle casse dello Stato), è anche l’amministratore dell’impresa (più di 12mila i titolari d’azienda extracomunitari), come rilevato dall'Ufficio Studi Cia. Gli immigrati sono una risorsa indispensabile per l’agricoltura, apportano valore in termini di specializzazione e innovazione, ma ancor più garantiscono tenuta e crescita produttiva in un paese dove il ricambio generazionale nei campi è sotto il 7% e l’età media dei titolari d’azienda italiani supera ai 60 anni, con il rischio concreto di un dimezzamento degli addetti nel settore, entro i prossimi dieci anni.

Sono questi gli argomenti al centro di “Immigrazione in agricoltura: da emergenza a fenomeno di sostenibilità delle aree rurali” la due giorni di eventi che Cia-agricoltori italiani, partner di ASviS, ha curato a Senigallia in occasione del Festival dello sviluppo sostenibile. Il rapporto tra immigrazione e agricoltura, quali elementi di sostenibilità nelle aree rurali, è stato il tema principale dell'incontro all’interno della Rotonda a Mare, nel pomeriggio di venerdì 25 maggio, cui è seguita la lectio magistralis su immigrazione e imprenditoria, nella mattinata di sabato, 26 maggio, nell’Aula Magna del Liceo scientifico statale “E. Medi”.

Cia-agricoltori italiani ha dialogato con le associazioni ASeS, Cittadinanzattiva e Libera coinvolgendo enti, istituzioni regionali e locali, ma anche realtà impegnate nel campo dell’agricoltura sociale, come l’associazione Capodarco Roma, il Centro studi e ricerche Idos e gli studenti degli istituti scolastici.

Occorre passare velocemente dalle politiche per l’immigrazione a quelle per l’integrazione - ha commentato il vicepresidente nazionale Cia Mauro Di Zio - affinché l’emergenza migranti diventi realmente elemento di crescita sostenibile soprattutto nelle aree rurali dove, in seguito allo spopolamento da parte dei giovani, gli stranieri rappresentano spesso la parte più dinamica. Ciò tenuto conto anche del fatto che il modello di crescita nel prossimo futuro - ha precisato Di Zio - dovrà essere incentrato su un sistema produttivo efficiente sotto il profilo delle risorse, sostenibile e competitivo”.

L'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 paesi membri dell’Onu, vede tra i protagonisti l'agricoltura sostenibile: un settore primario incentrato sulla sostenibilità dal punto di vista ambientale, sociale ed economico è indispensabile per combattere la fame, la povertà, e lottare per la riduzione delle disuguaglianze, più dignità nel mondo del lavoro e una maggiore crescita economica. Nell’ambito dell’evento di Cia per il Festival dello sviluppo sostenibile, è stato proiettato il docufilm del regista Massimo Ferrari Dove vanno le nuvole” viaggio attraverso l’Italia e l’emergenza migranti.