Agea paga il Programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Basilicata: ma non tutti i problemi sono risolti e verranno affrontati dalla Regione Basilicata in due separati incontri con i vertici di Agea.
Uno nei prossimi giorni affronterà le anomalie nelle sottomisure per il biologico, mentre la prossima settimana si affronterà il tema della fida pascolo nei boschi demaniali in relazione al mancato pagamento delle indennità compensative.

"Sbloccati alcuni tra i pagamenti attesi. Ammontano a 3,3 milioni di euro le risorse per 76 domande in corso di pagamento, con accredito previsto nei prossimi giorni, relative al primo insediamento dei giovani in agricoltura, misura 6.1 del Psr Basilicata, prima finestra. Sono, inoltre, altre 104 le domande per la misura del biologico che sono state pagate da Agea per circa 606mila euro" ha affermato ieri - 20 novembre 2017 - l'assessore alle Politiche agricole e forestali della Basilicata Luca Braia.

E anche in Basilicata si affronta il nodo anomalie informatiche con Agea: "Sulle oltre 2200 richieste di aiuto complessive, per le altre 400 domande residue del biologico sono state attivate le procedure per la soluzione delle anomalie" ha detto ancora Braia.

"Nei prossimi giorni, come annunciato, incontreremo il direttore di Agea Gabriele Papa Pagliardini per rifare il punto sui pagamenti ancora in sospeso e per definire ogni modalità tecnica che consenta il regolare pagamento delle spettanze agli agricoltori lucani anche per il 2018 – ha sottolineato ancora l’assessore lucano, che rimarca - auspico che anche l'impegno del Governo di questi giorni verso un rinnovamento delle modalità di governance dell'organismo pagatore nazionale, possa portare risultati e accelerare i tempi in relazione alle certezze dei pagamenti delle spettanze dovute sia per il Psr che per la Pac".

Nei giorni scorsi poi, Coldiretti Basilicata aveva sollevato il problema del mancato pagamento delle indennità compensative da parte di Agea agli allevatori lucani che operano il pascolamento nei boschi inerbiti, secondo i consolidati usi locali riconosciuti dalla Ue.

Oggetto del contendere – oltre l'insolita destinazione a pascolo dei boschi - anche la natura del titolo di possesso dei terreni, poiché i boschi sono demaniali e vengono concessi a pastori e vaccari dai comuni secondo gli usi riconosciuti della concessione di fida pascolo. Due elementi di difficoltà che hanno finito col bloccare i pagamenti delle indennità compensative, nonostante un decreto dirigenziale del 2015 emanato dal dipartimento Agricoltura della Regione Basilicata riconosca tutti i boschi pubblici lucani quali aree di pascolamento secondo gli usi locali.

Su tanto Braia ieri ha affermato: "E' già stato richiesto uno specifico incontro con Agea nella prossima settimana per affrontare le questioni poste dalla Coldiretti. Riteniamo doveroso sottolineare e ribadire quanto comunicato già verbalmente, in quanto diverse azioni sono già state concretamente intraprese dal Dipartimento".