La guerra del grano scrive una pagina inedita: non il tradizionale confronto sul prezzo tra cerealicoltori ed industriali molitori e pastai, bensì lo scontro al calor bianco tra una comunità di produttori primari - quella della Regione Siciliana - ed i ministeri dell’Economia e delle politiche Agricole della Repubblica italiana, che avrebbero invece consentito illegittimamente la registrazione del nome di grani antichi siciliani come marchi di fabbrica nelle mani di soggetti estranei alla comunità siciliana.

Oggetto di questo vero e proprio confronto che rischia di finire nelle aule di tribunale sono: Bidì, Romano, Regina, Capeiti, Tripolino, Tumminia Reste Bianche, Perciasacchi, Russello, Maiorca e Tumminia Reste Nere.
Questi i nomi delle dieci varietà di grano duro autoctone della Sicilia – i grani antichi – per le quali la Regione Siciliana aveva annunciato lo scorso 21 aprile l’imminente iscrizione al Registro varietale nazionale presso il ministero per le Politiche agricole.
Per queste 10 cultivar, la scorsa primavera c’era stato il semaforo verde della Commissione grani antichi della Sicilia che si era pronunciata positivamente su 22 richieste di iscrizione al Registro nazionale delle varietà da conservazione del ministero per le Politiche agricole, presentate da titolati soggetti della filiera cerealicola siciliana.

E queste stesse 10 varietà diventano in questi giorni in Sicilia la pietra dello scandalo perché si è scoperto che alcune di queste cultivar erano state in qualche modo già registrate da terzi: come marchi di fabbrica presso il ministero.

Tanto che l’assessore all’agricoltura della Regione Siciliana, Antonello Cracolici ha comunicato di aver inviato una diffida ai ministeri di Economia e Politiche agricole "Per chiedere la revoca su registrazioni illegittime".

"Non consentiremo a nessuno di scippare un patrimonio genetico straordinario i cui unici detentori sono i siciliani e le sue istituzioni pubbliche - ha affermato l’assessore siciliano - Siamo pronti a far valere in ogni sede, anche giudiziaria, gli interessi della regione".

L'assessore all’Agricoltura della Regione Siciliana ha proseguito: "L'assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana Antonello Cracolici ha inviato una nota di diffida al ministero dell'Economia, Ufficio registrazioni marchi, e al ministero delle Politiche agricole e alimentari, affinché avviino le procedure di revoca dei marchi di varietà genetiche dei grani che sono stati illegittimamente registrati presso il ministero dell'Economia da parte di società in difformità alle disposizioni che fanno divieto all'utilizzo di denominazioni varietali ai fini commerciali".

"La Regione ha avviato da settimane le procedure di registrazione di 10 varietà di grani duri antichi, presso il ministero delle politiche agricole, al fine di tutelare la biodiversità che rende unica la regione siciliana" afferma Cracolici.
"La tutela della biodiversità della nostra regione costituisce un obiettivo prioritario dell'impegno politico e amministrativo del governo, e anche grazie alla legge sul born in Sicily tuteleremo il nostro patrimonio genetico sia dei grani e di quelli antichi in particolare, che dei vitigni, così come lo straordinario patrimonio delle varietà arboree che rendono la Sicilia la principale area di biodiversità del Mediterraneo" sottolinea ancora l’assessore siciliano.