Commenta così Gennarino Masiello, presidente di Ont Italia, l’intesa siglata il 4 luglio 2017 dal ministro Maurizio Martina e l’amministratore delegato di Philip Morris Italia, Eugenio Sidoli, per l’estensione annuale dell’accordo sottoscritto nel 2015 che punta a valorizzare il prodotto della filiera agricola italiana.
Il patto con Philip Morris prevede un impegno per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per la sostenibilità ambientale. Un’intesa strategica che vale 80 milioni di euro all’anno con un obiettivo di collaborazione fino al 2020 e un investimento complessivo fino a 500 milioni di euro per l’acquisto di tabacco greggio coltivato in Italia delle varietà Burley e Virginia Bright.
Questo accordo - da solo - verte su oltre il 35% del tabacco coltivato in Italia: ben 5.500 ettari e coinvolge complessivamente circa 850 imprese agricole, molte localizzate in Campania, altre in Umbria, Veneto e Toscana.
“La conferma degli impegni – spiega Masiello – aiuta a portare serenità nel lavoro delle imprese agricole. Il modello virtuoso di rapporto diretto è vincente e consente un’assunzione di responsabilità di sistema. Se chi acquista e chi produce condividono una visione della strategia agricola, produttiva, ambientale, significa poter programmare investimenti nelle aziende e garantire il reddito agli agricoltori, scambiare know how e far crescere la cultura d’impresa”.
L'impegno rinnovato consolida una filiera basata sulla trasparenza dei rapporti e a forte vocazione occupazionale: il comparto tabacchicolo conta in Italia 50.000 addetti a fronte di una superficie complessivamente investita da 15.600 ettari, con un valore della produzione agricola complessiva di circa 130 milioni di euro e fatturato alla produzione del tabacco lavorato più che doppio.
La coltivazione del tabacco si sviluppa in Campania, Veneto, Umbria e Toscana, quasi esclusivamente nelle provincie di Caserta, Benevento, Perugia, Verona, Padova e Arezzo. La Campania è la prima regione per produzione in Italia. Il venir meno degli aiuti accoppiati Ue, a partire dal raccolto 2010, ha determinato la drastica riduzione della produzione di tabacco, circa il 50% dal 2009 ad oggi. Nonostante ciò, l’Italia è ancora leader nella Ue con oltre il 25% della produzione complessiva.