Uno degli annosi problemi del settore ortofrutticolo italiano è rappresentato dalla filiera che in molti giudicano troppo lunga. L'agricoltore si trova così ad essere schiacciato dai prezzi bassi imposti dalla grande distribuzione e dai rincari che i prodotti subiscono quando passano da una mano all'altra.
Per chi coltiva frutta e verdura di qualità e poco diffusa, il web può rappresentare un valido canale di vendita. E' il caso di FruttaWeb, un sito internet in cui il consumatore può fare la spesa e ricevere a casa i prodotti.

"A venticinque anni sono tornato in Italia dopo una esperienza di studio all'estero e ho pensato di portare una ventata di innovazione in un settore piuttosto arretrato, come la filiera ortofrutticola", spiega ad AgroNotizie Marco Biasin, fondatore di FruttaWeb.
"In questo sono stato aiutato dall'esperienza accumulata nell'azienda di famiglia che si occupa proprio di commercializzazione di prodotti ortofrutticoli. Così nel 2013 è nato FruttaWeb, un sito dove è possibile comprare frutta che viene poi spedita a casa del consumatore".

Dunque FruttaWeb è la versione e-commerce dell'azienda di famiglia?
"Assolutamente no, siamo due entità ben distinte, con magazzini e personale separati. Abbiamo un altro posizionamento sul mercato e non commercializziamo neppure gli stessi prodotti".

Che tipo di posizionamento avete?
"Lo definirei 'premium'. Vendiamo frutta fresca o essiccata, verdure, radici e tuberi che non si trovano con facilità sugli scaffali del supermercato. Offriamo prodotti di alta qualità, con la comodità di riceverli a casa".

I fornitori che avete contattato sono stati favorevoli a questo tipo di innovativo canale di vendita?
"Per loro il fatto che FruttaWeb commercializzi il prodotto online non è rilevante. Noi non facciamo da tramite tra l'agricoltore e il consumatore, ma acquistiamo frutta e verdura dai coltivatori e dagli importatori, nel caso di prodotti esotici, e vendiamo al consumatore finale".

Non c'è una forma di diffidenza da parte del consumatore a comprare qualcosa che non può toccare con mano, come sul banco del supermercato o dal fruttivendolo di fiducia?
"Internet pone certamente una distanza tra acquirente e venditore-prodotto, ma allo stesso tempo dà la possibilità di raccontare meglio la storia del prodotto stesso. Sul sito oltre alla foto di un frutto o di una verdura e al prezzo mettiamo anche la storia e gli usi che se ne possono fare, valorizzandolo. Per questo puntiamo molto sui prodotti di nicchia".

Insomma, su FruttaWeb non si trova la classica mela delicious...
"Si trova anche quella, ma non è il nostro punto di forza. A noi piace il Passion Fruit prodotto a Ragusa. La zucca Delica di Zerbinati, un produttore di Mantova che stocca il prodotto per fare evaporare parte dell'acqua e rendere il gusto migliore. La cipolla di Montoro e di Tropea, il Pomodoro Camone, la Zucchina di Fondi.
Si tratta di prodotti che la Gdo non riuscirebbe a valorizzare e che il coltivatore avrebbe problemi a vendere".


Come avviene la spedizione al consumatore?
"Una volta ricevuto l'ordine noi assembliamo il pacco nella nostra sede di Bologna secondo le specifiche dell'acquirente e lo affidiamo ad un corriere espresso che lo consegna a casa del consumatore in tempi brevi". 

Riuscite ad essere competitivi sui prezzi rispetto alla grande distribuzione?
"Non lo siamo e non lo vogliamo essere. Noi offriamo qualità e scelta e ci rivolgiamo a quei consumatori che sono disposti a spendere un po' di più per averli".

Qual è il vostro target?
"Sono persone che stanno attente alla salute e a ciò che mangiano. Un target in crescita sono i vegetariani, i salutisti e le persone sportive, ma anche chi ha viaggiato e vuole riassaporare gusti di paesi lontani. Oppure i gourmet che vogliono avere sulla tavola sempre cose nuove. Generalmente non sono persone giovani, ma over 50. Se posso vorrei fare un appello a chi ci legge".

Prego.
"Noi siamo sempre alla ricerca di nuovi prodotti. Dunque se tra i lettori ci sono degli agricoltori che hanno varietà di frutta e verdura speciali, di nicchia, insomma non comuni, che ci contattino. La biodiversità italiana è qualcosa di straordinario che però rischia di perdersi".

Che tipi di margine ci sono per gli agricoltori?
"Se il prodotto non è una commodities, che si può trovare ovunque, i margini sono sicuramente superiori a quelli praticati dai grossisti che lavorano per la grande distribuzione. E poi c'è la sicurezza di arrivare sul mercato. Sono orgoglioso di aver salvato la produzione di asparago viola di un produttore che non riusciva a trovare sbocco ai suoi prodotti".

Progetti per il futuro?
"Stiamo per chiudere un round di investimenti con un fondo privato di Milano e una partnership con uno dei brand più importanti del biologico. Nel 2017 avremo quindi una potenza ancora superiore che ci permetterà anche di conquistare mercati esteri".

Non vi fa paura la concorrenza di giganti dell'e-commerce come Amazon?
"Amazon ci sta facendo un grande favore, perché sta educando il consumatore ad acquistare prodotti alimentari online. E poi Amazon vende prodotti confezionati, mentre noi puntiamo sul fresco".

Il consumatore italiano è sempre più attento al tema della tracciabilità: vuole sapere cosa mangia, da dove arriva il prodotto, come è stato coltivato e lavorato. Riuscite a soddisfare questa esigenza?
"In parte, ma lo vogliamo fare sempre di più. Su tanti prodotti riusciamo a dare informazioni sulla tracciabilità, ma i margini di miglioramento sono enormi. Il problema è che in certe gamme di prodotto, come i frutti esotici in cui ci appoggiamo ad importatori esteri, risalire alla storia del prodotto è molto difficile".