Il premier Matteo Renzi ha scelto la Sicilia per annunciare l’avvenuta firma dell’atteso decreto sull’etichettatura sperimentale della pasta, con l’obbligo per i pastifici di indicare in etichetta la provenienza della semola di grano duro utilizzata.
 
L’Italia è il principale produttore europeo di grano duro, destinato alla pasta, con 4,9 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 42% della produzione nazionale.
 
"Nonostante ciò sono ben 2,3 milioni di tonnellate di grano duro che arrivano dall’estero in un anno senza che questo venga reso noto ai consumatori in etichetta" dice da tempo Coldiretti, che durante la crisi del prezzo del grano della scorsa estate ha spinto molto perchè il governo assumesse provvedimenti sull'etichettatura della pasta.
 
"Venerdì manderemo a Bruxelles il decreto sull'etichettatura del grano".
Così ieri il presidente del consiglio Renzi a Palermo, durante il pubblico incontro al Teatro Politeama con l’assessore all’agricoltura della Regione Sicilia, Antonello Cracolici. Il decreto che verrà inviato a Bruxelles il 18 novembre sperimenterà l'introduzione dell'obbligo in etichetta dell'origine della materia prima per la filiera grano-pasta.
 
Il provvedimento è frutto dell'intesa raggiunta tra il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina e il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. L'obiettivo comune è quello di valorizzare le produzioni di grano italiano di qualità e consentire all'industria della pasta di aumentare gli approvvigionamenti nazionali, all'insegna della massima trasparenza verso i consumatori.
 
"Bellezza e qualità fanno della Sicilia un grande brand di successo. Abbiamo 61 marchi. Ci sono tanti giovani che stanno introducendo grandi innovazioni. C'è la Sicilia che produce. La Sicilia non chiede protezionismo, ma vuole competere con la nostra qualità - ha detto Antonello Cracolici, assessore regionale all'Agricoltura - Ma chiediamo che il nostro prodotto venga valorizzato. Per questo motivo siamo impegnati affinché l'Italia possa vincere la battaglia sull'etichettatura".
 
"Vogliamo che chi produce pasta deve potere vendere questo prodotto e i consumatori possano sapere da dove viene il grano. Non basta dire succo d'arancia se le arance vengono da altri Paesi. E ciò vale per tutta la filiera agricola" ha sottolineato Cracolici. E, rivolto a Renzi, ha aggiunto: "Guardiamo pertanto con grande interesse alla battaglia che lei sta facendo in Europa, per vincere le sfide in un mercato competitivo”.
 
“L’ etichettatura di origine obbligatoria per il grano usato per produrre la pasta risponde alle richieste di 8 italiani su 10 che la ritengono necessaria per smascherare l’inganno del prodotto straniero spacciato per italiano in una situazione in cui un pacco di penne e spaghetti su tre contiene prodotto straniero senza che si sappia” ha commentato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo.

“E’ necessario che la Commissione Ue agisca in tempi stretti - ha aggiunto Maria Letizia Gardoni, presidente dei giovani agricoltori di Coldiretti - per garantire finalmente la giusta trasparenza in un comparto dell’agroalimentare che ha reso l’Italia celebre in tutto il mondo".