La produzione di mele italiana nel 2016 si attesterà sulle 2.282.000 tonnellate, esattamente i livelli dello scorso anno, che a sua volta è stato perfettamente in linea con la media dei quantitativi rilevati nell’ultimo triennio. Questi i dati diffusi lo scorso 4 agosto ad Amburgo in occasione dell’edizione 2016 di Prognosfruit, l’annuale conferenza itinerante organizzata da Wapa, World apple and pear association.
A livello Ue, invece, secondo le previsioni di Wapa, nel 2016 si assisterà a un calo di circa il 3% rispetto al 2015. Tra i fattori principali che hanno generato tale situazione ci sono le gelate che durante l’inverno hanno subito diverse zone dell’Europa centrale, tra cui Slovenia, Austria, Croazia e Ungheria.

Nei 21 Paesi europei maggiori produttori di mele (Gran Bretagna compresa) è prevista per il 2016 una produzione di 12.005.000 tonnellate, rispetto alle 12.325.000 tonnellate dell’anno precedente. Vista la sostanziale tenuta del settore ci sarà quindi una situazione di produzione normale in Europa alla vigilia di Interpoma, l’appuntamento al mondo dedicato esclusivamente al comparto della mela, in programma dal 24 al 26 novembre 2016 nel quartiere fieristico di Bolzano.

Per quanto riguarda i maggiori Paesi produttori, le previsioni 2016 della Polonia mostrano una tendenza a un aumento attorno al +4%, passando da 3.979.000 a 4.150.000 tonnellate, mentre l’Italia si presenta perfettamente in linea con il 2015, essendo previste sempre circa 2.282.000 tonnellate. Balza agli occhi la previsione negativa della Francia, con un -7% rispetto allo scorso anno, per riportarsi così poco al di sopra dei livelli di due anni fa. In particolare, per il Paese transalpino, i dati Wapa parlano di 1.564.000 tonnellate, rispetto alle 1.674.000 del 2015. Opposto è invece il discorso per la Germania, che alla vigilia della campagna 2016 vede una previsione al +8%, con 1.052.000 tonnellate rispetto alle 973.000 dello scorso anno.

In netta ripresa è pure la Spagna, con un +6% sullo scorso anno. Ciò significa che, dalle 482.000 tonnellate del 2015, si dovrebbe passare a 509.000 tonnellate. Situazione molto critica, in generale, in diverse zone dell’Europa centrale, causa appunto le gelate dello scorso inverno. Segni negativi a doppia cifra in diversi Paesi come l’Austria (-88%), la Slovenia (-83%), la Croazia (-65%), la Slovacchia (-58%) e la Repubblica Ceca (-28%). Non manca pure un -20% in Portogallo, mentre si mantiene sui livelli dello scorso anno, se non di poco superiori (+3%), la Gran Bretagna.

Gli operatori che si incontreranno a Interpoma 2016 si confronteranno quindi su come fronteggiare, in anni di produzione normale (il 2015 e il 2016 si avviano ad essere molto simili da questo punto di vista) e di non eccessive scorte da smaltire, situazioni problematiche come la prosecuzione dell’embargo russo, che ha tagliato quasi completamente i ponti commerciali con l’Europa occidentale, e le dinamiche che stanno attraversando diversi mercati tradizionali, dove le nuove generazioni hanno decisamente contratto la loro domanda di mele.

Come spiega l'organizzatore del congresso "La Mela nel mondo", che si terrà nel corso di Interpoma 2016, Kurt Werth: "Oggi non sono cambiate tanto le esigenze del consumatore, quanto la sua età. In Germania, ad esempio - prosegue Werth - tradizionale mercato di sbocco per molti produttori di mele, la vecchia generazione non è rimpiazzata completamente dalla nuova, nel senso che i giovani consumano meno mele. Abbiamo quindi dovuto cercare nuovi mercati, come il Nord Africa e altri ancora".

Aumentano poi i problemi di concorrenza tra Est e Ovest. Rileva ancora Werth: "Anche se l’export di mele in Russia, per l’Europa occidentale, aveva un’importanza relativa, con il permanere dell’embargo la Polonia spinge sempre più verso occidente. Ho fatto di recente un viaggio di tre settimane in Russia, dove ho visitato diverse città di questo Paese e nei supermercati ho trovato solo mele della Nuova Zelanda".

Werth sottolinea inoltre la necessità di una grande efficienza nella lavorazione per vincere le sfide presenti e future. "Essendo le previsioni di quest’anno molto simili a quelle del 2015, la partita si giocherà sulla qualità e sull’efficienza degli operatori. In tal senso, in Alto Adige possiamo avere un ruolo da protagonisti: se a noi arriva una mail da Helsinki che chiede cinque varietà diverse di mele, dopo tre ore sta già partendo il camion, mentre in altre realtà produttive non è così".

Anche sull'aspetto varietale è importante una riflessione. I dati Prognosfruit registrano, in ambito Ue, una flessione delle Golden Delicious (che restano comunque di gran lunga le più coltivate) con un -7% (ovvero 2.364.000 tonnellate), seguite dalle Gala (1.329.000 tonnellate, in flessione del -4%). Terzo gradino del podio per le Idared (1.064.000 tonnellate previste nel 2016), comunque stimate in calo del -6%.

"Quella di quest’anno - commenta Werth -, se le previsioni saranno più o meno confermate, si avvia ad essere una produzione normale. Ma attenzione: ormai può essere fuorviante parlare solo di quantità, senza introdurre il concetto di qualità. Le varietà club, a quantitativi controllati, come Pink Lady, Kanzi e Jazz hanno già prezzi tripli rispetto a varietà vecchie come Golden e altre. La stessa varietà principale prodotta in Polonia, cioè la Idared, ha un quinto del valore rispetto alle varietà club citate. E’ quindi evidente come un discorso sui soli quantitativi sia molto relativo e possa risultare fuorviante, se non si considerano altri importanti fattori".

Interpoma 2016 sarà quindi un’occasione unica per gli operatori del settore della mela per discutere di nuovi mercati, innovazioni tecnologiche, efficienze logistiche e nuove varietà, in un settore dove anno dopo anno aumenta la competitività tra Paesi produttori.

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