Remunerazione dei soci produttori, sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Questi i punti cardine su cui punta fortemente nella sua azione Apo Conerpo, colosso europeo dell’ortofrutta, gigante da 6mila produttori associati, con 47 cooperative socie, per un totale di superfici coltivate attestatesi a quasi 31mila ettari. Il bilancio positivo 2015 vede un fatturato in crescita del 4,3% rispetto al 2014, sfondando il muro dei 700 milioni di euro, nonostante la congiuntura economica non semplice, le tensioni e la volatilità sui mercati.

In leggerissima flessione la produzione (-0,86%), praticamente stazionaria a oltre un milione di tonnellate. A livello di produzione, crescono i conferimenti dei volumi di frutta, che mettono a segno un +1,94%, superando le 403mila tonnellate, mentre scendono dell’1,50% i conferimenti di ortaggi. Apo Conerpo, insieme ai marchi e alle filiali Alegra, Brio, Naturitalia, Opera e Valfrutta Fresco, ha collocato sul mercato nel 2015 oltre 1.070.000 tonnellate di ortofrutta fresca, di cui 670mila ortaggi e 400mila di frutta.

Facendo un’analisi dei diversi canali di vendita – sottolinea il presidente di Apo Conerpo Davide Vernocchi la Gdo italiana ed estera è valsa sul fatturato 262 milioni di euro, mentre 92 milioni di euro sono i ricavi provenienti dalle vendite all’industria di trasformazione. Il mercato tradizionale ha invece registrato una performance di 86 milioni di euro di fatturato, mentre il plusvalore del trasformato ha raggiunto i 263 milioni di euro”.

Dal punto di vista patrimoniale il gruppo cooperativo si rafforza, con una crescita del patrimonio netto a 27,5 milioni di euro, oltre a immobilizzazioni e investimenti strutturali per 37,6 milioni. La vera sfida però è a livello commerciale. “La mission di Apo Conerpo è garantire una buona remunerazione ai propri soci, coniugando sostenibilità ambientale e sociale – ripete Vernocchi – per fare questo la strada maestra è l’aggregazione. Opera ne è l’esempio. Abbiamo voluto aprire l’iniziativa a tutti, anche se poi non tutte le realtà produttive principali ci hanno seguito. Siamo ancora aperti a chi ci vorrà stare in futuro. Con Opera gestiamo e collochiamo sul mercato il 30% della produzione nazionale, ma per essere ancora più incisivi nel settore bisognerebbe raggiungere e sorpassare il 50%”.

Vernocchi ammette come siano “necessarie altre forme di aggregazione, come per esempio nel kiwi”. “Nei prossimi anni – continua il presidente del gruppo – vogliamo accrescere la nostra attenzione e gli investimenti in innovazione varietale, difesa, miglioramento della qualità e crescita delle tecnologie. Un esempio è la recente tecnologia per la selezione e la calibratura delle ciliegie, inaugurata allo stabilimento Agrintesa di Castelfranco Emilia. Fare questi tipi di investimento ci porta a essere maggiormente competitivi sui mercati, perché così facendo siamo in grado di soddisfare tutte le esigenze dei consumatori”.

Fra i tanti progetti – precisa Vernocchi – c’è poi quello della valorizzazione dei prodotti, grazie all’avvio di Fruit24!, un’iniziativa di valorizzazione dell’ortofrutta cofinanziata fra Apo Conerpo, Stato e Unione europea, per un programma triennale di 3,7 milioni di euro. Con questo progetto vogliamo far crescere i consumi”.

Infine, per Vernocchi, uno sguardo alla campagna 2016, e il punto sui mercati per il futuro. “Siamo ottimisti, la campagna è partita bene. Non c’è sovrapproduzione nelle epoche di raccolta. Chiaramente i fattori sono tanti, in particolare l’andamento del clima. Dal punto di vista dei mercati, è chiaro che la Brexit per Apo Conerpo, può rappresentare un problema, in quanto esportiamo prodotto per 45-50 milioni di euro all’anno. Sul fronte dell’embargo russo, sappiamo per certo che questo rimarrà fino al dicembre 2017, che vuol dire privarsi ancora di un mercato fondamentale per noi per altro tempo. Dobbiamo ricercare nuovi mercati, questo è vero, ma è necessario che il sistema Paese ci accompagni nell'export”.