Quali sono le vostre prospettive per l'export in futuro? Su quali mercati potenzialmente interessanti intendete concentrare gli sforzi a livello commerciale?
"Per quanto riguarda il Consorzio del Pignoletto Emilia Romagna, per quest’anno parliamo di 12 milioni di bottiglie prodotte, con una quota export del 35%. I margini sono in crescita, puntiamo a raddoppiare gli ettari in produzione del Pignoletto, che sta acquisendo sempre più notorietà sui mercati esteri. I mercati più importanti sono Stati Uniti, Canada e Sud Est Asiatico. Per quanto riguarda il Consorzio dei Colli la quota è del 10%, con la Germania come mercato essenzialmente principale, gli Stati Uniti, trainati dal Texas e la Russia, dove speriamo si riprenda il rublo per tornare a livelli di acquisti importanti".
Qual è il vostro approccio al tema del vino digitale e sul rapporto tra vino e internet?
"Chiaramente la comunicazione e il marketing dei vini che tuteliamo rappresentano un punto importante della nostra attività. Attraverso i siti web istituzionali e con i social network, dove siamo ben presenti, cerchiamo di raggiungere una platea sempre più ampia di potenziali interessati ai vini. L'utilizzo di internet è sicuramente più per il marketing e il valore della comunicazione che per le vendite. Certamente l'e-commerce può avere una sua strada però al momento si posiziona ancora su bassissimi volumi".