In Puglia si complica il toto assessori all'indomani dell'esito del voto per le elezioni regionali, a causa della legge sulle quote rosa e della mancata rielezione dell'assessore uscente. Intanto, nessuno dei nomi dei politici che corrono in queste ore sembra papabile per lo scranno di assessore all’Agricoltura. Inoltre, lo statuto della regione Puglia obbliga alle quote rosa la giunta, che dovrà nominare almeno due donne nella squadra del neo presidente Michele Emiliano. Ma gli eletti della coalizione di centro sinistra sono tutti uomini.

Pertanto, i due scranni assessorili riservati alle signore dovranno essere necessariamente assegnati a dei tecnici. Il che apre le porte proprio al nome di un tecnico donna, visti gli spinosi capitoli da affrontare. Anche perché una situazione siffatta impedisce il ripescaggio dell’assessore all’Agricoltura uscente Fabrizio Nardoni, che non è riuscito ad essere rieletto nel collegio di Taranto nella lista di sinistra d’ispirazione vendoliana.

Anche in Puglia, il nuovo assessore dovrà vedersela con la complessa questione dei Psr, senza contare l’incubo Xylella fastidiosa, che attende il nuovo piano Silletti e l’applicazione delle norme emanate da Bruxelles a fine aprile.

Ecco cosa troverà sulla scrivania il nuovo assessore all’Agricoltura in Puglia.

Capitolo Xylella fastidiosa. Domani il Consiglio di Stato dovrebbe definitivamente sbrogliare la matassa del vecchio Piano Silletti, emettendo una sentenza favorevole, come è nelle previsioni, al mantenimento delle misure dedicate alle buone pratiche agricole. Mentre Giuseppe Silletti, commissario di Governo all'emergenza Xylella, è al lavoro per elaborare il nuovo Piano, che tenga conto delle prescrizioni di Bruxelles: eradicazione delle piante infette solo nella fascia di sicurezza nel Nord Salento e nei focolai anche delle piante sane nel raggio dei 100 metri da quelle infette. Mentre la giunta Vendola ha varato un massiccio pacchetto di misure, per due milioni di euro, per attrezzare un Parco agricolo in Salento, dove sperimentare la lotta permanente e la convivenza con il batterio.

Intanto, in Puglia, negli ultimi giorni di campagna elettorale era scoppiata la bagarre sul Psr 2014 2020: da Bruxelles, a pochi giorni dalle elezioni, sono arrivate ben 650 osservazioni, ben trecento in più della media nazionale dei Psr italiani. Che al momento sbarrano il passo a uno strumento finanziario da un miliardo e 637 milioni. Un Psr tanto più atteso perché almeno 200 milioni di misure a superficie dovrebbero essere impiegate come robusta forma di sostegno agli agricoltori impegnati nella lotta alla Xylella fastidiosa e per il quale si era chiesto a Bruxelles una corsia preferenziale.

Altra matassa non facile da sbrogliare sarà quella del Psr 2007/2013, sul quale, secondo Rete rurale nazionale, a fine aprile la Puglia deve ancora spendere ben 303,5 milioni di euro, pari a 176,5 milioni di euro di fondi Feasr, il 19% del totale assegnato alla Regione, che rischiano di tornare a Bruxelles. Anche in questo caso c’è l’incognita tempo: mancano appena sette mesi per impegnare, spendere e rendicontare tutto alla Commissione.