L'organizzazione si è attivata per presidiare lo stabilimento di Termoli nell'attesa di arrivare a una soluzione condivisibile con tutti gli attori del settore, sostenendo che l'intervento pubblico richiesto dallo Zuccherificio debba andare agli agricoltori e non all’industria, visto che considerate le precedenti annate la stessa è morosa verso gli agricoltori a causa di una sbagliata gestione dell'intera questione.
Occorre - precisa Copagri - trovare una forma di intervento diretto a favore delle aziende agricole, che potrebbe essere rappresentata dal “de minimis” integrato a livello nazionale in modo da raggiungere la quota sufficiente per permettere all'industria di ritirare il prodotto.
Copagri Puglia resta fermamente convinta che il settore vada tutelato dagli interessi di parte delle multinazionali dello zucchero di canna e che una volta per tutte l'Unione europea debba comprendere che le aperture delle frontiere si possono applicare a parità di trattamenti socioeconomici e di salubrità dei prodotti.
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