L’intesa, è stato ricordato, darà la possibilità di una revisione nel 2016, sulla base dei prezzi di mercato e del ruolo di Spagna e Portogallo dove i costi dell’energia sono inferiori e dove i governi hanno chiesto l’aiuto accoppiato: un vantaggio competitivo. Rabboni ha annunciato che nel Psr dell’Emilia Romagna "saranno centrali le reti, le filiere e le Oi (Organizzazioni interprofessionali). Inoltre, il Psr (Piano di sviluppo rurale) 2014-2020 è pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione. Entro luglio ci auguriamo sia approvato per poi avere l’approvazione definitiva a Bruxelles in autunno". Per Rabboni, l’accordo "è un punto di partenza importante, anche se ciò che è stato concordato non è ciò che chiedevamo".
Squeri ha affermato che "nel compromesso raggiunto ci sono le premesse per modifiche future. Certo è poco l’11% delle risorse destinate al pomodoro, ma in futuro potranno aumentare". Ferrari ha ribadito che "serve coesione. Un risultato c’è stato anche perché il Distretto aveva chiesto a Fava e a Rabboni di rappresentare le quattro regioni che sono nel Distretto, dove si produce il 50% del pomodoro italiano".
Fava, dopo aver ricordato che non esistono divisioni politiche quando si affrontano problemi concreti, ha evidenziato come "il ruolo del Nord non ha precedenti storici. Per la prima volta, il blocco del Nord si è recato a Roma, forte di una proposta tecnica e politica condivisa, che è uscito con una buona negoziazione". L’assessore lombardo ha ricordato che qui si è lavorato per agricoltori e industriali "mentre da altre parti si sono seguite le logiche del sindacato". E per Rabboni "alcune regioni del Sud, pur avendo molte industrie, non hanno fatto proposte per il pomodoro".
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Fonte: Pomorete