Lo rileva l’Ismea sulla base dei dati raccolti dalla controllata Sgfa (Società di gestione fondi per l'agroalimentare), da cui si evince un’ulteriore contrazione del credito all’agricoltura del 4% nel primo quarto dell’anno, pari a circa 20 milioni di euro in meno sullo stesso periodo del 2012, determinata unicamente dalla dinamica negativa del Mezzogiorno.
Le aziende del Sud e delle Isole hanno visto infatti crollare i finanziamenti bancari rispettivamente del 42% e del 30% nel trimestre in esame, mentre nel Centro e nel Nord la dinamica del credito si è rivelata positiva (rispettivamente del +15% e del +5%).
In ragione di questa evoluzione, spiega Ismea, le aziende del Nord intercettano oggi il 72% del credito complessivo, mentre il Mezzogiorno e le Isole solo il 14%, nonostante il maggior numero di imprese agricole presenti sul territorio.
Relativamente alle finalità dei finanziamenti - si evince dall’analisi - calano i prestiti per la gestione corrente e per la ristrutturazione, mentre aumentano quelli destinati agli investimenti la cui quota supera l’80%.
"Si tratta di un segnale incoraggiante - commenta l'Ismea - che dimostra la presenza di un nucleo di aziende virtuose capaci di guardare al futuro con ottimismo, nonostante le difficoltà legate alla restrizione del credito dell’ultimo quinquennio e alla situazione di incertezza che il Paese sta vivendo".
L’evoluzione complessivamente negativa del credito trova conferma anche dall’indagine qualitativa condotta a marzo dall’Istituto su un panel di aziende agricole e agroindustriali. Tra i motivi che scoraggiano le aziende a rivolgersi agli Istituti bancari emerge, dalle dichiarazioni degli operatori interpellati, la richiesta di garanzie sempre più gravose, l’innalzamento dei tassi di interesse e l’allungamento dei tempi di istruttoria e procedurali.
Il rapporto è scaricabile sul sito Ismea.
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Fonte: Ismea