Sedersi ad un ristorante italiano e trovarsi in tavola una bottiglia d'olio con la sua bella etichetta è cosa normale. Accade la stessa cosa in Portogallo. E si voleva estendere un'analoga norma negli altri 25 Paesi della Ue. Apriti cielo! Tedeschi e inglesi in prima fila, forse poco avvezzi a distinguere fra un extravergine e un olio di raffineria, hanno boicottato la proposta paventando il timore di un improbabile danno ambientale per l'aumentato uso di bottiglie. Visto che l'argomento non teneva alla prova dei fatti, sono usciti allo scoperto, con un esplicito no della Commissione Ue alla proposta di vietare l'uso di contenitori anonimi sui tavoli dei ristoranti europei. Il presidente della Comagri, Paolo De Castro, incontrerà il Commissario europeo Dacian Ciolos il 29 maggio per discutere di questa retromarcia sostenuta e applaudita non solo da Germania e Inghilterra, ma da molti Paesi del Nord.
Questione di etichetta
Un'altra frattura che sembra aumentare la distanza fra le due aree europee, quella Mediterranea e quella Nord, che appare meno attenta ai temi della salubrità e sicurezza alimentare e dunque refrattaria alle etichette. C'è di che preoccuparsi allora per il destino dell'etichettatura facoltativa delle carni che tanto sta a cuore agli allevamenti di bovini da carne italiani. Per Fabiano Barbisan, presidente del consorzio Italia Zootecnia e di Unicarve, da sempre forte sostenitore dell'etichettatura facoltativa, la vicenda dell'olio di oliva spiega i perché della mancata accoglienza delle proposte italiane da parte di Bruxelles. “Un regalo – dice Barbisan – all'industria dell'anonimato.” “E c'è di che preoccuparsi della “qualità” di questi politici europei – continua Barbisan – che dimenticano i danni che questi cibi “sconosciuti” possono provocare.”
Protesta corale
Levata di scudi contro la retromarcia della Commissione Ue da parte di tutte le sigle agricole che si occupano di agricoltura e di olio, dalle Organizzazioni Professionali (Coldiretti stima in 450 milioni di euro il danno al nostro export) alle associazioni di settore (decisione inaccettabile per Unaprol). Il ministro per le Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, ha dichiarato che “per noi si tratta di una battaglia culturale e di legalità.” L'olio lo merita, aggiungiamo, e non meno la carne.