Le spedizioni sul mercato degli Stati Uniti di diversi operatori italiani, produttori ed esportatori di olio extra vergine di oliva, sono state bloccate perché sono state rinvenute tracce di colrpirifosetile sulle partite oggetto di spedizioni, in attuazione di accordi commerciali e di commesse in precedenza acquisite. Le gravi difficoltà di fronte a cui si sono trovati gli operatori hanno spinto il presidente del Cno Gennaro Sicolo a scrivere ai ministri dell’Agricoltura e della Salute, dopo aver sensibilizzato il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro.

Il danno economico è notevole: gli Usa sono il più importante mercato di sbocco della migliore produzione oleicola italiana. Alcuni esportatori e organizzazioni di produttori hanno subito consistenti mancati ricavi.
Il clorpirifos appartiene alla famiglia dei pesticidi organofosforici, che rappresentano circa il 40% dei pesticidi registrati per uso commerciale negli Stati Uniti. Tale prodotto è autorizzato in Europa per la coltura di olive, ma non negli Usa, da qui la decisione delle autorità americane di bloccarne le importazioni, anche nel caso di quantitativi di residui estremamente bassi, derivanti da fenomeni di diffusione della molecola, impiegata su altre colture e non direttamente sulla coltura dell'olivo.

Il Cno conta su un intervento rapido delle Autorità italiane ed europee, per arrivare ad una soluzione definitiva della questione e salvaguardare in tal modo le esportazioni italiane di olio extra vergine di oliva negli Stati Uniti.