I giovani agricoltori crescono. Non accadeva da dieci anni: le nuove generazioni guardano con rinnovato interesse al lavoro agricolo e aumentano del 4,2% nel secondo trimestre dell'anno.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Cernobbio, appuntamento d'obbligo per opinion leader, segretari di partito, membri dell’Esecutivo, compreso il presidente del Consiglio Mario Monti che al Forum ha partecipato "per capire meglio una parte importante non solo dell'economia italiana - ha detto il premier - ma anche della società italiana e della civilta' italiana". 
Monti ha poi elogiato l'operato del ministro Catania, che ha definito "portatore di quei valori e di quegli aspetti di società e civiltà di cui voi siete interpreti" ha detto rivolgendosi alla platea di Cernobbio considerati "gli artefici di una filiera agroalimentare unica al mondo".

Un intervento per il quale Marini si è detto "molto soddisfatto per i contenuti e la disponibilità del premier, in particolare sui temi della Politica agricola comune (Pac) e sul riconoscimento del valore dell'agricoltura e dell'agroalimentare italiano, quale pezzo importante  dell'economia, della qualità, della vita e della coesione sociale del Paese". 

A Cernobbio è stato aperto il primo salone dei nuovi mestieri dell’agricoltura: dall’allevamento delle oche da guardia a quello dei falchi per tenere liberi i cieli e consentire il decollo degli aerei negli aeroporti, fino alla “vignaiola” che fa invecchiare il vino negli abissi o la stilista di campagna che realizza borse e accessori con materiale di scarto.

La metà dei giovani tra i 18 ed i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23%) o lavorare in una multinazionale (19%), mentre tra tutti gli italiani il 28% scambierebbe il proprio lavoro con quello dell’agricoltore, perché garantisce una vita più sana secondo un cittadino su due e assicura più libertà ed autonomia per il 17%.

Quasi 1 milione di italiani con altre occupazioni si classificano come “hobby farmer” mettendosi al lavoro su appezzamenti di terreni, spesso ereditati, che hanno in media un ettaro di superficie in cui coltivare ortaggi, frutta ed anche vino o olio, secondo Nomisma. Senza contare che - stima la Coldiretti - almeno un italiano su quattro si dedica all’orto o al giardinaggio.
Lo storico ritorno degli italiani alla terra, dove oggi sono attive 62mila imprese condotte da giovani con meno di 30 anni. Una inversione di tendenza che si riscontra anche a livello scolastico con gli Istituti agrari cresciuti dell'11%, contro il calo dei Licei, secondo i dati 2012 del Miur.
Dall’indagine Coldiretti/Swg svolta su giovani con meno di 30 anni, emerge che il 36,5% ha una scolarità alta (specializzato, laureato, laureando), il 56% media (scuole superiori) e il 6,5% bassa (scuole medie).

“Oggi il settore agricolo si è rigenerato con una classe di giovani di imprenditori che non si è arroccata, come spesso accade nei momenti difficili, nella difesa dell’esistente, ma si è impegnata con successo nel capire e soddisfare i nuovi bisogni dei consumatori”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che “per risollevare il Paese l’Italia deve tornare a fare l’Italia. L’Italia della grande creatività, delle piccole e medie imprese agricole, artigiane, manifatturiere che poi sanno crescere e conquistare il mondo" 


L'agricoltura batte la disoccupazione: +10,1% di lavoratori dipendenti

Agricoltura in controtendenza anche alla voce "occupazione", con un vero e proprio boom di assunzioni che fa registrare il più elevato aumento nel numero di lavoratori dipendenti con un aumento record del 10,1%.

Ad aumentare sono sia il numero di lavoratori dipendenti (+10,1%) che quelli indipendenti (+2,9%), di cui +13,7% al nord, +3,5 per cento al sud con un leggero calo nel centro Italia (- 3,2%). Si stima peraltro - precisa la Coldiretti - che abbia meno di 40 anni un lavoratore dipendente su 4 assunti, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati che hanno abbondantemente superato quota centomila.

L'agricoltura è l'unico settore in controtendenza nel 2012 che fa segnare un aumento del Pil (1,1%) sul piano tendenziale, mentre calano l’industria (-5,8%), le costruzioni (-6,5%) e i servizi (-1,1%), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al secondo trimestre dell’anno.
Anche le aperture di nuove aziende agricole hanno superato le chiusure con la presenza nel secondo trimestre di 824.516 aziende agricole registrate negli elenchi delle Camere di commercio.