Il caldo africano, che imperversa sul Paese, preoccupa le campagne soprattutto nel Nord Italia e pone nuovi problemi per l'economia agricola e l'ambiente. L'Anbi, Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni, lancia l'allarme e continua: in Veneto, nell'Alto Veneziano, le richieste irrigue sono superiori alle disponibilità, così come nella Bassa Padovana e in Polesine, dove sono andati distrutti dalle fiamme alcune decine di ettari, coltivati a mais.

Diversa è la situazione in Piemonte, dove i corsi d'acqua (soprattutto la Dora Baltea) hanno livelli idrici confortanti. Anche i grandi bacini alpini registrano ancora confortanti livelli, ma in calo anche repentino come nei laghi di Idro, Garda, Iseo.

In Emilia Romagna, invece, dove l'insufficiente umidità del terreno fa indicare l'intero territorio come a rischio gravissimo o eccezionale di siccità: una delle situazioni più gravi del recente cinquantennio.

"Tale situazione - commenta Massimo Gargano, presidente Anbi – evidenzia la necessità di rilanciare il Piano irriguo nazionale, oggi finanziato con poco più di 53 milioni di euro (utili ad attivare circa 595 milioni di interventi), vale a dire poco più della metà dei 100 milioni stanziati inizialmente e oggetto di ripetuti tagli. Dal servizio irriguo dipende l'87% del 'made in Italy agroalimentare' e l'attuale situazione climatica dimostra di penalizzare non solo i terreni privi d'irrigazione, ma anche quelli marginali, essendo molti impianti irrigui di potenzialità inadeguata all'attuale incremento di richiesta d'acqua. Lo ribadiremo al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania in occasione dell'Assemblea Anbi, che terremo a Roma, mercoledì 11 luglio prossimo. La realizzazione del 'sistema irriguo intelligente' Irriframe dimostra la capacità anche di innovazione tecnologica dei consorzi di bonifica. E' una battaglia, però, che non possiamo combattere da soli".