Oro blu, risorsa sempre più scarsa e per questo incredibilmente preziosa: nel 2050 nei Paesi emergenti la richiesta di acqua salirà del 50% e nei Paesi industrializzati del 18%. Se poi si considera che il 70-80% delle risorse idriche utilizzate dall'uomo è impiegato per l'irrigazione agricola (dati Unesco), si comprende come sia necessario un nuovo approccio per risolvere il problema.
Perché l'acqua, la risorsa più preziosa sul nostro pianeta, senza la quale non ci sarebbe la vita (né potrebbe continuare a esserci) non è una risorsa inesauribile: ce lo ricorda il World Water Day, la Giornata mondiale dell'acqua istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite. Si celebra oggi, 22 marzo 2012, e in tutto il mondo è un fiorire di iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla sua gestione sostenibile.
La situazione è drammatica: l'emergenza relativa all'approvvigionamento idrico colpisce oggi circa 80 Paesi al mondo, coinvolgendo il 40% della popolazione mondiale; ogni giorno 10.000 persone al mondo muoiono per malattie legate alla mancanza d'acqua (Fonte: Amici del Mondo Onlus). Il 60% delle fonti è localizzato in appena 9 Stati, tra cui Usa, Russia, Canada, Brasile e Indonesia. Davanti a equilibri geopolitici sempre più instabili a causa di riscaldamento climatico, desertificazione, guerre e carestie, molti esperti e osservatori internazionali si dicono preoccupati per la distribuzione e l'accesso alle fonti d'acqua, che potrebbero diventare domani il nodo centrale di nuovi conflitti, anche su grande scala.
Secondo la Fao, al momento sono circa 1,6 miliardi le persone che vivono in Paesi o regioni con un'assoluta scarsità d'acqua. Il futuro non è roseo: si stima che per il 2025 due terzi della popolazione mondiale potrebbe vivere in condizioni di stress idrico.
Acqua e agricoltura, un binomio indissolubile
"La risorsa più critica e limitata del pianeta": così il Segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha definito l'acqua, sottolineando il suo stretto legame con la produzione alimentare.
In media un essere umano beve da 2 a 4 litri di acqua al giorno, ma ci vogliono da 2.000 a 5.000 litri di acqua per produrre la quantità di cibo che esso consuma in un giorno. Ed infatti l'agricoltura, a livello mondiale, è responsabile del 70% del consumo d'acqua di superficie e delle falde freatiche.
Ma la ragione di questo pesante footprint ecologico è evidente: con l'irrigazione gli agricoltori possono produrre più cibo. L'agricoltura irrigua rappresenta solo il 20% delle terre coltivate del pianeta, ma produce il 40% del cibo ad esso necessario.
"Occorre soddisfare la domanda agricola in modo da riuscire a preservare l'acqua e le altre risorse naturali, con interventi che vanno dall'intensificazione sostenibile dell'agricoltura, mettendola in grado di produrre il cibo di cui il mondo ha bisogno usando allo stesso tempo l'acqua in modo più intelligente, alla riduzione di perdite e sprechi, alla promozione di diete più salutari", ha aggiunto il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva.
La posizione di Assofertilizzanti
Assofertilizzanti, Associazione nazionale produttori di fertilizzanti che fa parte di Federchimica, ha voluto mettere in evidenza come l'innovazione e un utilizzo razionale degli strumenti agricoli può essere in grado di diminuire il consumo di acqua, senza per questo ridurre la produzione necessaria a soddisfare la domanda alimentare mondiale.
Per quantificare l'impatto dell'agricoltura sui consumi idrici, basti pensare che ci vogliono 500 litri di acqua per ricavare un chilo di grano, 450 per una pannocchia di mais, 70 per produrre una sola mela (dati Unesco IHE).
"La disponibilità di terra da coltivare e di acqua dolce sono i due dei grandi temi dell'agricoltura di domani, anche perché nel 2050 il Pianeta consumerà il 70% in più del cibo di oggi – dichiara Francesco Caterini, presidente di Assofertilizzanti – Il settore agricolo è quindi chiamato a una sfida senza precedenti nella storia dell'umanità e l'innovazione, che include i fertilizzanti, gioca un ruolo decisivo poiché rappresenta l'unica possibilità per ottimizzare la produzione in modo sostenibile, riducendo gli sprechi. I fertilizzanti in particolare, reintegrando i terreni delle loro sostanze nutritive, contribuiscono a produrre alimenti senza la necessità di ampliare l'estensione delle terre coltivabili, con un risparmio idrico notevole in termini di irrigazione".
Volume di acqua impiegato per la produzione di ciascun alimento (Unesco IHE)
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Fonte: Agronotizie