E’ possibile stimare le quote di qualità del settore oleico-oleario? Cosa caratterizza un olio di qualità? Quanta parte dell’economia del settore oleico, e quindi del Pil, è riconducibile alla qualità e come tale può essere misurata e monetizzata?
Sarà possibile rispondere a queste domande grazie alla convenzione, firmata il 28 settembre, a Roma, fra Tiziano Zigiotto, presidente dell’Inea e Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola.
La convenzione consentirà di ricercare il Piq, Prodotto interno qualità per il settore oleario sia valutando il peso della qualità come strumento di competitività e di differenziazione del prodotto sul mercato e sia individuando i punti di debolezza lungo la filiera, permettendo così di avviare azioni di qualificazione o attività di controllo specifiche per elevare gli standard di qualità. Questa attività rappresenta la prima applicazione settoriale del Piq, lo strumento promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere.
Il Piq intende qualificare il Pil del settore olivicolo-oleario, estraendone la componente più pregiata della filiera con l’obiettivo di individuare importanti spazi di miglioramento. Del resto, la qualità costituisce un indubbio elemento di forza delle produzioni italiane, sul quale le nostre piccole e medie imprese hanno continuato a puntare per contrastare le difficoltà legate alla crisi. Ma la qualità, in questa fase più che mai, deve essere anche accompagnata da innovazione costante ed efficienza produttiva. Ecco perché è indispensabile intervenire per il rafforzamento delle relazioni tra le aziende e tra queste e i soggetti istituzionali e garantire lo sviluppo delle condizioni di contesto necessarie a crescere di più.
Questa attività, che l’Inea sta svolgendo in collaborazione con l’Icqrf, Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, rientra nell’ambito del progetto di ricerca relativo all’attuazione del piano oleicolo-oleario commissionato dal Mipaaf.
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