"L'anno appena trascorso ha fatto segnare in Italia una flessione del 11,1% dei prezzi agricoli. L'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli elaborato dall'Ismea si è attestato nel 2009 a 107,6 (base 2000=100) contro 122,5 rilevato nel 2008".
Lo rende noto un comunicato stampa dell'Ismea nel quale si legge che: "la riduzione ha interessato principalmente i cereali, i cui prezzi hanno subito una flessione del 28,2%, e i vini, in calo del 19,5%." Contrazioni significative sono state registrate anche per la frutta (-13,4%), per l'olio d'oliva (-13,2%), per il latte (-11,4%) e per i suini (-6,0%).
In controtendenza i prezzi degli ortaggi, che - spiega l'Ismea - nel 2009 hanno invece mostrato una variazione positiva del 7,9%, dei tabacchi e delle uova in aumento rispettivamente del 12% e del 6%. A fronte del calo dei prezzi alla produzione, i costi in agricoltura hanno mostrato nel 2009 una lieve flessione (-1,9% nei primi undici mesi dell'anno). Si tratta, conclude il comunicato dell'Ismea, "di una dinamica che ha contribuito a ridurre i margini per le imprese agricole in un anno segnato da una forte crisi che ha coinvolto tutti i settori dell'economia nazionale".
"Il dato è ancora più rilevante se consideriamo le sole coltivazioni, - 14,5%, mentre la contrazione per l'insieme della zootecnia rasenta il 6%" sottolinea Copagri, che lancia l'allarme: "un'agricoltura già provata da antiche problematiche strutturali difficilmente potrà rialzarsi da sola dopo un'annata del genere". Nel sottolineare come "ancora non esistono segnali di 'spontanea' ripresa", la Copagri manifesta "grande preoccupazione per il gap accumulatosi nel 2009" e invoca da parte del governo e del parlamento 'un serio piano straordinario finalizzato a compensare l'enorme vuoto tra la grave caduta dei prezzi e l'impalpabile flessione dei costi".
Anche per la Cia - Confederazione Italiana agricoltori il 2009 è stato una vera e proprio débâcle che richiede l'immediato intervento del governo. "Il tracollo dei redditi dei nostri agricoltori è - rimarca la Cia - la diretta conseguenza dell'emergenza che sta caratterizzando l'attuale momento dell'agricoltura e che investe tutta l'Europa".
I dati estremamente negativi rilevati dall'Ismea, sostiene la Cia, devono stimolare il governo ad adottare urgenti e straordinarie misure per evitare di mettere fuori mercato migliaia di imprese agricole. Dopo una legge finanziaria molto deludente per l'agricoltura, è venuta l'ora di cambiare marcia. Il governo deve affrontare di petto questa situazione da "profondo rosso".
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Fonte: Ismea
Sul fronte del crollo dei prezzi agricoli interviene anche Coldiretti che, in riferimento alle quotazioni alla stalla, sottolinea: "con i prezzi del grano e del latte alla stalla che per gli agricoltori sono stati nel 2009 su livelli di circa 20 anni fa è grave che a segnare i maggiori rincari al consumo siano stati il gelato e la pizza che hanno questo prodotti tra gli ingredienti principali".
Spiega la nota della Coldiretti: "il prezzo del grano riconosciuto agli agricoltori nel 2009 è, al di sotto dei costi di produzione, su un valore di poco superiore ai 14 centesimi al chilo, il 39% in meno rispetto al 1985, mentre il latte è stato pagato agli allevatori Italiani il 24% in meno rispetto al 1996 con circa 30 centesimi riconosciuti in media alla stalla, ma è stato venduto ai consumatori 1,35 euro al litro, con un ricarico del 350%".
L'impennata dei prezzi al dettaglio colpisce particolarmente il settore della pasta che, denuncia Coldiretti, "conquista nel 2009 lo scandaloso record del maggior incremento nella forbice dei prezzi tra produzione e consumo, facendo registrare un aumento al dettaglio di ben il 3,4% nonostante il calo record del 28,2 per cento nel costo dei cereali".
Proprio oggi è in programma l'incontro sui rincari della pasta tra il garante per la sorveglianza dei prezzi, Roberto Sambuco, con le organizzazioni di settore dei pastai.