Diminuiscono le aziende agricole in Italia. Lo dicono i dati Istat sulla struttura e le produzioni per l’annata agraria dal primo novembre 2006 al 31 ottobre 2007.
Nel 2007 le aziende agricole italiane sono risultate pari a 1,7 milioni, con una superficie di 17,8 milioni di ettari, di cui 12,7 di Superficie agricola utilizzata (Sau). Rispetto al 2005 si registra una flessione di 49 mila unità (-2,8%) in termini di aziende, mentre le superfici risultano sostanzialmente stabili: +0,2%) (+38 mila ettari) per la superficie totale e +0,3% (+36 mila ettari) per la superficie agricola utilizzata. La diminuzione delle aziende rispetto al 2005 si verifica principalmente nel Centro (-4,6%) e nel Mezzogiorno (-3,2%), mentre al Nord il calo risulta più contenuto (-0,9%). Il confronto mostra come dal 2000 al 2007 le aziende agricole nell'Ue sono diminuite di 474 mila unità (-22,0%);. La flessione è più pronunciata al Centro (-28,5%) rispetto alle altre due ripartizioni geografiche (-22,5% nel Nord e -19,8% nel Mezzogiorno).
La flessione interessa esclusivamente le aziende di piccola e media dimensione, mentre sono in aumento quelle con superficie superiore ai 30 ettari. La dimensione media aziendale passa dai 7,4 ettari del 2005 ai 7,6 del 2007. Rispetto al 2000 le aziende agricole hanno guadagnato mediamente 1,5 ettari di Sau (+24,6%) con una variazione più consistente nel Centro (+2,3 ettari e +32,3%). Differenze significative nella dimensione persistono tra le aziende del Nord (10,4 ettari), del Centro (8,6) e del Mezzogiorno (6,0).
Il confronto territoriale mostra una riduzione delle aziende rispetto al 2005 in quasi tutte le Regioni: le maggiori in Valle d’Aosta (-17,0%), Provincia di Trento (-10,8%), Liguria (-10,5%), Marche (-7,8%) e Molise (-6,1%).
 
La distribuzione delle aziende per forma di conduzione conferma il carattere tipicamente familiare dell’agricoltura italiana: le aziende a conduzione diretta del coltivatore sono circa 1,6 milioni, pari al 93,9%, con 10 milioni di ettari di superficie agricola (78,8% del totale). Le aziende a conduzione con salariati e/o compartecipanti (conduzione in economia), pur essendo quasi raddoppiate rispetto al 2003, risultano pari solo a 97 mila unità, cioè il 5,8% del totale delle aziende.
 
 
Nel 2007 oltre la metà delle aziende (57,6%) ha investito a seminativi (6,9 milioni di ettari), mentre la restante Sau si divide tra coltivazioni legnose agrarie con 2,3 milioni di ettari, prati permanenti e pascoli con 3,5 milioni e orti familiari con 30 mila.
I seminativi sono soprattutto concentrati nelle regioni padane, in particolare in Emilia-Romagna (11,7%) e Lombardia (10%), mentre nel Mezzogiorno sono maggiormente presenti le aree investite a coltivazioni permanenti (fruttiferi, agrumi, vite ed olivo), in particolare in Puglia (21,1%) e Sicilia (17,5%). I prati permanenti e pascoli risultano concentrati sopratutto in Sardegna (17,8%). 
 
Nel 2007 le aziende che praticano l’allevamento sono circa 309 mila corrispondenti al 18,4% del totale, con un aumento rispetto al 2005 di oltre sette mila unità (+2,4%). L’andamento è fortemente differenziato a livello di ripartizione geografica, l’aumento si localizza soprattutto nel Nord (+11,3%) e lievemente nel Mezzogiorno (+1,4%), al contrario al Centro si rileva una diminuzione di circa 18 mila aziende (-9,2%). Anche il confronto regionale presenta andamenti molto differenziati rispetto al 2005. La Campania è la regione col maggior numero di aziende con allevamenti (11,1%), seguita dal Piemonte (9%), Lazio (8,5%), Veneto (7,7%), Calabria (7,5%) e Lombardia (7,1%). L'incremento ha interessato tutto il comparto zootecnico, ad eccezione di quelli suinicolo e cunicolo. 
Il numero dei capi allevati ha registrato un incremento rispetto al 2005 per tutte le specie ad eccezione degli ovini (-2,9%).
L’aumento ha interessato in particolar modo i conigli (+29,9%), i bufalini (+13,9%), gli equini (+10,2%), gli allevamenti avicoli (+5,5%), i bovini (+2,5%) e caprini (+2,1%).  Il Nord si conferma maggiormente dedito all’allevamento dei suini (85% del totale nazionale). Gli ovini e i caprini sono tradizionalmente diffusi nelle regioni meridionali (rispettivamente 72,4% e 75,4% sul totale nazionale) e, in particolare, in Sardegna. L'81,3% dei capi avicoli è allevato nel Nord con punte  del 28,6% in Veneto, del 23,8% in Lombardia e del 19,3% in Emilia-Romagna. 
 
Tra il 2005 e il 2007, oltre alla contrazione del numero delle aziende, si registra anche una diminuzione della manodopera aziendale in termini di numero di addetti e cioè di persone impegnate nell’attività agricola (-3,7%). Tale riduzione riguarda sia la manodopera familiare (-2,3%), sia la manodopera aziendale (-7,9%).