In Trentino la raccolta della patata è terminata ed è tempo di bilanci. Dal Lomaso alla val di Gresta, dalla Vigolana alla val di Cavedine fino ad arrivare alla Valsugana e all’alta val di Non, il quantativo prodotto si ritiene buono e la qualità ottima. Stando ai dati raccolti dal Centro per l’Assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, mentre a livello nazionale la produzione risulta leggermente in calo di circa il 10-15 %, in provincia di Trento la produzione complessiva stimata è di circa 7500 tonnellate con un quantitativo medio ad ettaro che si aggira sui 350 quintali, leggermente superiore alle produzioni dell’annata precedente, falcidiata dall’alta piovosità del mese di agosto che ha provocato danni alla produzione. Anche per questa particolare coltivazione l’Istituto presta particolare attenzione fornendo indicazioni per l’introduzione  di nuove varietà in collaborazione con le strutture cooperative e cercando di valorizzare le caratteristiche territoriali. La patata trentina è una produzione di tipo autunnale e quindi dotata di buona conservabilità, ma la caratteristica saliente è il fatto di essere un prodotto di montagna che si conserva in celle frigo o nelle tradizionali cantine senza l’impiego di prodotti antigermoglianti. La varietà più coltivata in questi ultimi due anni è la “Cicero”, caratterizzata dalla regolarità nella forma, di tipo ovale con colore della polpa paglierino, adatta a vari utilizzi in cucina.