Migliora la redditività degli allevamenti suinicoli italiani. Merito dell'aumento del prezzo dei suini pesanti, come rilevano le analisi del Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.
In agosto l'indice di redditività mostra infatti una variazione positiva rispetto a luglio pari a +6,4%.
Ciò peraltro non è bastato a migliorare il livello di redditività tendenziale del comparto, ovvero il confronto con lo stesso periodo dell'anno scorso, che mostra ancora uno "spread" in negativo del 14,7%.
La causa va ricercata nei prezzi delle materie prime per l'alimentazione, oggi decisamente più care rispetto allo scorso anno.

Osservando il mercato, si evidenziano aumenti importanti delle quotazioni dei capi da macello destinati al prodotto Dop che, infatti, raggiungono un prezzo medio mensile di 1,688 euro/kg, con un aumento congiunturale del 7,7%.
Anche la variazione tendenziale è positiva e pari al 21%.
Al contrario le quotazioni degli animali da allevamento, sempre in agosto, hanno mostrato un andamento negativo.
Per quanto riguarda il prezzo dei suinetti di peso di 30 kg, ciò ha significato un calo rispetto a luglio del 16,7%, con un valore pari a 2,753 euro/kg; la variazione rispetto alle quotazioni dell'anno scorso resta positiva e pari a +24,5%.


Frenano i macelli

I prezzi in salita dei capi da macello hanno portato, ad agosto, l'indice di redditività Crefis della macellazione italiana a calare dell'1,6% a livello congiunturale e del 5,2% a livello tendenziale, e ciò nonostante un buon andamento dei prezzi dei tagli.
Sempre ad agosto, infatti, il mercato dei tagli risulta in crescita con i prezzi delle cosce fresche pesanti destinate a produzioni tipiche che hanno raggiunto un valore di 4,560 euro/Kg, con una variazione rispetto al mese precedente del +3,7%.
Anche il confronto con le quotazioni dello stesso periodo del 2020 è positivo e pari a +32,2%.

Stessa situazione per le cosce fresche sempre della tipologia pesante ma destinate al circuito generico che mostrano quotazioni medie mensili in ascesa del 3,7% raggiungendo un valore di 3,940 euro/Kg. La variazione tendenziale resta anch'essa positiva e pari a +38,9%.
Similmente, il mercato dei lombi registra una crescita del prezzo del taglio Padova dell'11,7% rispetto al mese precedente, con quotazioni che hanno raggiunto i 4,100 euro/kg.
La quotazione del taglio Bologna è cresciuta del +7,5% per un valore di 3,450 euro/kg.
Positivo per entrambi i prodotti anche il confronto con le quotazioni dello stesso periodo dell'anno scorso: rispettivamente +6,5% e +4,5%.
 

L'altalena della stagionatura

Situazione contrastata, in agosto, per quanto riguarda il comparto della stagionatura dei prosciutti: la redditività a livello congiunturale mostra una tendenza al ribasso sia per il prodotto Dop che per quello generico causata dall'elevato livello dei prezzi delle cosce fresche a inizio stagionatura.
L'indice Crefis segna infatti -3,3% per il prodotto tutelato pesante e -1,6% per il prodotto generico.

Restano invece positive le variazioni tendenziali che, sempre per il prosciutto pesante, mostrano un +26,4% per il prodotto Dop e un +20,2% per il non tutelato.
Il differenziale di redditività tra le produzioni Dop e quelle non tipiche resta a favore delle prime: +27,1%.
Lo sguardo al mercato dei prosciutti stagionati, tuttavia, mostra un lieve incremento del prezzo medio mensile del Parma Dop che raggiunge 8,500 euro/Kg, guadagnando +0,5% rispetto a luglio e +9% rispetto ai valori dello stesso periodo del 2020.
Restano invece stabili i prezzi dei prosciutti della tipologia pesante destinati al circuito non tutelato: la quotazione media mensile si è attestata a 6,175 euro/Kg; positiva la variazione tendenziale pari all'1,6%.