"Allevatori provenienti da tutt’Italia, rappresentanti del mondo della ricerca e dell’innovazione, esperti di gastronomia, grandi chef e paladini delle associazioni naturaliste oltre ad imprenditori legati alla salutistica, si riuniranno per la prima volta attorno a un tavolo con l’intento di far crescere una filiera che incrementi sia la produzione delle carni e dei salumi del suino nero che la redditività delle aziende stesse, con strutture di trasformazione finalizzate e un programma di promozione in grado di esaltarne la qualità" spiegano l’Organizzazione interprofessionale del Gran suino italiano e CheftoChef emiliaromagnacuochi, promotori dell’iniziativa “Nero, Rosa, Bianco: razze suine italiane a confronto” che prenderà il via sabato 14 aprile, a Faenza (Ra), a Casa Spadoni (in via Granarolo 99, alle 9.30), con un convegno dal titolo: “Suini del territorio italiano” e un pranzo stellato, firmato dagli chef Marco Cavallucci, Massimiliano Poggi e Pier Luigi Di Diego.
La kermesse è patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna, Confagricoltura Emilia-Romagna e dai comuni di Faenza, Russi e Ravenna.
"L’Oi Gran suino italiano si candida a diventare - sottolinea il presidente Guido Zama - la casa comune dei vari Consorzi italiani, mettendosi a disposizione per costruire insieme all’industria i primi progetti di filiera su territorio nazionale, dall’allevamento ecofriendly al consumatore, passando attraverso boutique gastronomiche, ristoranti e Gdo".
Il tipo di allevamento, prevalentemente allo stato brado, può essere incentivato anche all’interno dei parchi e in habitat naturalistici protetti, come possono testimoniare le adesioni al progetto di Federparchi e Legambiente.
Paolo Di Pirro, coordinatore della Filiera nazionale dei suini neri autoctoni, sottolinea "l'importanza della costituzione, partendo da una situazione di frammentarietà, di un tavolo comune tra tutti i rappresentanti delle principali razze suinicole nere italiane e della sottoscrizione di un accordo di filiera".
Massimo Spigaroli, presidente di CheftoChef, auspica "una offerta di prodotti suinicoli di tutte le razze, sia nere che 'bianche', di grande qualità e reperibilità costante, in modo da reintrodurre queste eccellenze della nostra regione nella grande ristorazione".
Ad introdurre il convegno saranno Leonardo Spadoni delle Officine gastronomiche Spadoni ed Enrico Vignoli, segretario di CheftoChef Emiliaromagnacuochi; presiederà il presidente dell’Oi Gran suino italiano Guido Zama. Con gli interventi di Giuseppe Frusteri (Opan - La Sicilia del Nero dei Nebrodi), Daniele Baruffaldi (La Cinta senese nella cultura del territorio), Anna Maria Audi ed Ettore Varricchio (Consorzio Nero casertano), Ettore Bartoletti (La Mora Romagnola - Palazzo di Zattaglia), Silvano Gerbella (Consorzio Nero di Parma), Franco Simone (Il mondo del Nero Apulo-Calabrese).
Interverranno in veste di relatori, tra gli altri: Giorgio Cantelli Forti, presidente Accademia nazionale agricoltura; Davide Cassi, Fisica della materia, Università di Parma; Paolo Di Pirro, Filiera nazionale dei Suini Neri autoctoni; Angela Garofalo, Cia nazionale; Antonio Nicoletti di Legambiente, lo chef Massimiliano Poggi e Valentina Roscini di Aboca.
Le conclusioni saranno affidate a Valtiero Mazzotti, direttore generale dell'assessorato Agricoltura della Regione Emilia Romagna. Nella sessione pomeridiana, alle 15.00, avrà inizio la tavola rotonda “Strategie per la valorizzazione dei suini neri italiani”.
La giornata di Faenza, che ha una dimensione di approfondimento per avviare una strategia di valorizzazione dei suini, è il primo step di un trittico che proseguirà in forma popolare in piazza a Russi (Ra) con la “Festamercato: erbe, bel e cot, salumicotti”, il 14 e 15 aprile. L'ultimo evento si terrà a Ravenna dal 25 al 27 maggio sul tema 'di porta in porta' e coinvolgerà la dimensione turistica in un percorso che lega gastronomicamente, e non solo, le cinque porte delle mura di Ravenna. Un'accoglienza che avrà anch’essa come tema centrale le specialità dei suini neri italiani, con al centro inevitabilmente la mora romagnola. E ancora una volta farà da protagonista l'alleanza fra allevatori, trasformatori e chef stellati.
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